Un weekend d’inferno, quello del 23 e 24 novembre 2019. La furia degli elementi si abbatté sulla Liguria con la violenza di un Maglio, causando disastri i cui effetti sul nostro territorio si sono trascinati per mesi e, in qualche caso, si avvertono ancora oggi. E’ passato un anno da quella terribile allerta rossa che spezzò letteralmente in due la nostra provincia, con frane su tutte le strade che collegavano il litorale della zona di Savona con l’entroterra. Il temporale iniziò al mattino e, fino al giorno successivo, strinse il savonese in una morsa che non sembrava avere fine.
Fin dall’inizio a fare paura furono mari e fiumi. Alassio ripiombò in un incubo troppe volte vissuto, con la mareggiata che invase la passeggiata, divorando la spiaggia e danneggiando i locali.
Albenga visse a sua volta una delle sue giornate più difficili: l’acqua allagò (e in qualche caso sommerse) via del Cristo, viale dell’Agricoltura, la Sp39, via Collodi e viale Che Guevara. Gravi allagamenti anche nella zona di Regione Torresi, nel popoloso quartiere di Vadino e a San Fedele e Lusignano. Il sottopasso di piazza Matteotti (stazione) venne chiuso per via degli allagamenti. Per tutto il giorno IVG raccontò cosa stava accadendo, informando gli albenganesi in tempo reale.
Ma più in generale problemi si verificarono davvero ovunque: ad Albisola Superiore, Andora, Bergeggi, Borghetto Santo Spirito, Celle Ligure, Millesimo, Murialdo, Ferrania, Finale Ligure, Garlenda, Loano, Stella, Tovo San Giacomo, Giustenice, Vado Ligure, Varazze. A Cairo Montenotte il fiume Bormida arrivò a livelli critici, a Cosseria rimase isolata la frazione di Cornareto, a Borgio Verezzi si verificò una frana in via Barrili, a Quiliano crollò la strada dei Tecci. Le immagini che arrivavano da tutta la provincia erano angoscianti.
A Savona vennero allagate la zona di Santuario, via Grassi, via Busserio e via Belloro; vennero chiuse al traffico via Guidobono e via XX Settembre. Il Comune lanciò un appello ai cittadini a non uscire di casa ed emanò una ordinanza di chiusura dei negozi. Con i ponti sul Letimbro chiusi, la città venne spezzata in due: l’unico modo per attraversarla era l’autostrada. E in città scoppiò la polemica.
La strada del Colle del Melogno venne chiusa per frana (fango e neve avevano invaso la carreggiata). A Dego esondò il Bormida, mentre la furia degli elementi distruggeva il campo sportivo. a Pietra Ligure a fare paura fu il Maremola, tra Borghetto e Loano esondò il rio Casazza. A Urbe chiuse per frana la Sp40, mentre a Roccavignale una frana si abbatté sulla Sp28bis.
Ad Albisola Superiore esondò il Rio Basco e fu necessario procedere con le evacuazioni. A Spotorno invece si sviluppò un principio di incendio ai bagni Kinka. Anche treni e autostrade andarono in tilt (il maltempo causò anche un incidente sulla A10 tra Varazze e Celle ligure). E con la notte le cose non migliorarono: l’allerta rossa venne prolungata e quella di domenica 24 novembre fu una giornata altrettanto difficile.
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