Savona. Tentata estorsione in concorso. E’ l’accusa della quale dovranno rispondere i fratelli Pietro e Francesco Fotia che questa mattina sono stati rinviati a giudizio dal gip Francesco Meloni.
La vicenda risale al 2012 quando la Scavo-Ter, l’azienda dei Fotia, aveva eseguito alcuni lavori all’interno del cantiere per la costruzione del complesso “Dominio mare” di Bergeggi. Secondo l’accusa contestata dal pm Ubaldo Pelosi, gli imprenditori avrebbero finito per chiedere somme di denaro non dovute alla ditta che gli aveva subappaltato parte dei lavori, la “Pastorino Costruzioni Srl”, e ai titolari del cantiere, la società “Colletta di Castelbianco”.
Per convincere le due imprese a pagare (nel capo d’imputazione non è quantificato l’importo che avrebbero chiesto) i fratelli Fotia non avrebbero esitato – questa la tesi della Procura – a minacciarli. In particolare, in due occasioni, i manager della Scavo-Ter si sarebbero presentati nel cantiere di Bergeggi bloccando coi loro mezzi le uscite e minacciando di demolire i muri ed alcune opere già edificate se non avessero ricevuto i soldi.
Un primo tentativo di estorsione si sarebbe concretizzato il 6 luglio 2012 quando (secondo la ricostruzione della Procura) Francesco Fotia sarebbe arrivato a posizionare la benna dell’escavatore contro un muro pronto a buttarlo giù, mentre il secondo risalirebbe al 20 dicembre dello stesso anno quando, sempre dopo aver posizionato un mezzo in modo da bloccare gli spostamenti nel cantiere, i due fratelli avrebbero minacciato di diffondere la notizia che durante gli scavi erano stati trovati degli ordigni bellici (con i conseguenti disagi per il cantiere che sarebbe stato sgomberato e controllato).
Accuse dalle quali, visto l’esito dell’udienza preliminare di oggi, Francesco e Pietro Fotia, assistiti dall’avvocato Pino Mammoliti, si dovranno difendere nel corso del processo che inizierà a maggio prossimo.
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