Tovo/Calice. Nuovi sviluppi nell’inchiesta giudiziaria su Paolo Bolia, il ragioniere morto suicida nell’aprile scorso al centro di una indagine per una serie ammanchi nelle casse comunali dove prestava servizio, Calice Ligure e Tovo San Giacomo.
Nell’indagine aperta dal pm Ubaldo Pelosi, per concorso in appropriazione indebita sono stati iscritti nel registro degli indagati anche due direttori di banca che, secondo gli inquirenti e gli elementi di prova raccolti, avrebbero avuto una condotta poco professionale nel non aver impedito a Bolia di prelevare i soldi dalle casse comunali, insomma “non sarebbero stati scrupolosi nei controlli e nelle verifiche su continui prelevamenti dalla Cassa di Risparmio di Savona”.
Al momento dalla Procura massimo riserbo sugli sviluppi nell’inchiesta, ma altri accertamenti sono stati disposti per chiudere il cerchio sugli ammanchi nelle casse di piccoli comuni che hanno costretto a modifiche sofferte nei rispettivi bilanci.
Per il Comune di Calice l’ammanco certificato dalle analisi peritali ammonta a 1,5 mln di euro (10 anni di prelevamenti dalle casse comunali), mentre per il Tovo San Giacomo (dove Bolia era consulente e non dipendente comunale) si parla di 57 mila euro. I due Comuni hanno già mandato ai rispettivi legali mandato in merito ai danni provocati dagli ammanchi.
Naturalmente si attende l’esito dell’inchiesta della Procura, anche se la procedura risarcitoria possibile per le due amministrazione comunali dovrà passare per l’azione della Corte dei Conti.


