Bormida. “In due ore si è scatenato l’inferno, mai vista una furia così del fiume a soli tre chilometri dalla sorgente”. A parlare è il sindaco Daniele Galliano, visto che oggi anche a Bormida si stimano i danni del maltempo che ieri ha flagellato la vallata: lungo la Sp 15 Carcare-Melogno, nelle varie frazioni del piccolo centro valbormidese, non si contano le frane e gli smottamenti.
“Una vera bomba d’acqua, portandosi dietro alberi, fango e detriti, ha devastato argini e terreni, e ha creato notevoli danni anche al laghetto di Romana, dove non esiste più la strada di ingresso attraverso la quale passavano i mezzi per ripopolare di fauna ittica l’invaso – prosegue il sindaco – Per non parlare della borgata dell’oltre Bormida in località Pian Sottano: proprio nei pressi del ponte che attraversa il fiume la piena ha incontrato un torrente formatosi improvvisamente dal bosco, con un innalzamento repentino del livello dell’acqua e conseguenti danni a linee elettriche e proprietà private”.
“È presto per avere un quadro definitivo, ma questa alluvione arriverà a costarci dai 450 ai 600 mila euro per il ripristino delle strade e delle condotte andate distrutte. Per fortuna non ci sono stati feriti o, ancor peggio, morti o dispersi. Abbiamo fatto evacuare una famiglia che la scorsa notte ha dormito in un albergo per precauzione, ora la situazione si è normalizzata, ma resta la paura che simili episodi possano verificarsi nuovamente”, conclude Galliano.
Ed è proprio il timore di fenomeni alluvionali sempre più frequenti che fanno di Bormida un paese attivo e attento, dove molti dei proprietari si prendono cura dei loro terreni e dove, sicuramente, non mancano gli alberi che trattengono lo sgretolamento dei boschi. Ma non basta. Contro la furia della natura, a volte, bisogna solo sperare.