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Liguria del gusto

La Torta di Badalucco, dolce semplice fatto con “poco” eppure straordinario

"Liguria del gusto e quant'altro" è la rubrica gastronomica di IVG, ogni lunedì e venerdì

Liguria Gusto 20 settembre 2021

Che la Liguria sia terra di dolci è un dato di fatto (il pan di Spagna, inventato da un pasticcere genovese nel ‘700, i “baci” nati ad Alassio ai primi del ‘900, per non parlare dei quaresimali genovesi e tanto altro), ma accanto ai tanti dolci elaborati, ricchi, dell’opulenta (siappur parsimoniosa) Genova dei Dogi, la maggior parte dei dolci liguri sono semplici, preparati con quel poco che si aveva: farina, zucchero, frutta secca, confetture e poco altro.

Eppure, nonostante quel “poco”, sono nati dolci straordinari, come la Torta di Badalucco. Una torta semplice, come detto (la ricetta si trova on line), con ingredienti a portata di mano: farina, zucchero, burro (ma ne esiste una versione che prevede l’olio), uova, latte, uvetta, pinoli e limoni, che a Badalucco, nonostante l’altezza, sono di ottima qualità. La buccia, grattugiata, serve ad aromatizzare l’impasto, mentre il succo è il protagonista di una deliziosa cremina messa in mezzo a quella che, in effetti, è una variante di una torta margherita.

La particolarità della torta di Badalucco la racconta Danilo Rebaudo, chef tornato in valle dopo importanti collaborazioni in mezza Italia: “Nella sua semplicità la torta di Badalucco ha una grande importanza in paese, è la torta che veniva preparata per i matrimoni, per i battesimi e le cresime, insomma, per gli avvenimenti importanti delle famiglie”. Ed in effetti, sino ad una manciata di decenni or sono, i dolci non erano certamente sulle tavole di tutti i giorni, lo zucchero, soprattutto, costava molto e non tutti potevano permetterselo. E questo senza contare i giorni “penitenziali”, quando, per precetto ecclesiastico, non si potevano mangiare grassi animali e zuccheri. Oggi, a Badalucco, la torta si trova anche nei forni del paese e non demerita la De.Co., la Denominazione Comunale.

Facile, per una volta, l’abbinamento enologico. Visto che siamo in Valle Argentina, di fronte ad un dolce antico, beviamoci un buon bicchiere di Moscatello di Taggia, vitigno antichissimo, apprezzato dai Papi, che ha rischiato di scomparire se non fosse stato per lo storico Alessandro Carassale e l’agronomo Eros Mammoliti.

“Liguria del gusto e quant’altro” è il titolo di questa rubrica curata da noi, Elisa e Stefano, per raccontare i gusti, i sapori, le ricette e i protagonisti della storia enogastronomica della Liguria. Una rubrica come ce ne sono tante, si potrà obiettare. Vero, ma diversa perché cercheremo di proporre non solo personaggi, locali e ricette di moda ma anche le particolarità, le curiosità, quello che, insomma, nutre non solo il corpo ma anche la mente con frammenti di passato, di cultura materiale, di sapori che si tramandano da generazioni. Pillole di gusto per palati ligustici, ogni lunedì e venerdì: clicca qui per leggere tutti gli articoli.

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