Savona. “Stagione atipica e difficile”. Queste le parole di Fabrizio Boccardo, micologo e illustratore ligure, autore del volume Funghi d’Italia (Zanichelli) – la bibbia di chi studia micologia – e appassionato di questo mondo a metà tra il sottosuolo e la superficie. Dal suo quartier generale, il “paradiso” di biodiversità di Sassello, nel parco del Beigua, studia da giorni previsioni e pluviometri per capire se la stagione dei funghi potrà essere positiva.
Nei primi dieci di settembre l’arrivo di porcini e galletti… Ma non in Liguria e nel savonese, almeno per ora, considerando le condizioni climatiche e l’assenza di piogge. Proprio le piogge di questi giorni sono una speranza: “Fino a qualche giorno fa la situazione sembrava davvero drammatica – afferma Boccardo, che sta preparando le lezioni per il corso di micologia Liguria e Nord Ovest in partenza il 25 settembre – a vedere ora come si stanno sviluppando le cose, salvo brutte sorprese, nella prima settimana di ottobre dovremmo poter avere del materiale interessante”.
Questa prima allerta meteo e questa pioggia che fa storcere il naso a chi deve tenere i figli a casa da scuola o agli organizzatori del Salone Nautico, fa tirare invece un sospiro di sollievo a micologi professionisti e a semplici fungaioli appassionati. Anche se è presto per cantare vittoria.
“All’alba di questa mattina ho dato un’occhiata ai pluviometri – racconta Fabrizio Boccardo – e purtroppo è piovuto a macchia leopardo, bene nella zona di Masone e dintorni, dove l’acqua credo sarà sufficiente a far crescere qualcosa ma per esempio non abbiamo avuto pioggia a Sassello e a ponente“.
“Ma siamo solo all’inizio della perturbazione – continua – vedremo nei prossimi giorni, vista la secchezza del terreno creatasi con mesi di mancate precipitazioni serviranno almeno 70 o 80 millimetri di pioggia a terra, e se le temperature non si abbasseranno troppo, e se il vento non soffierà secco da nord, allora avremo un buon raccolto, altrimenti addio porcini”.
Una lunga serie di “se” che potrebbe rendere complicata la stagione di chi va per funghi, per diletto o per professione, e che si aggiunge a un altrettanto lunga serie di annate atipiche. “C’è poco da dire – sospira Boccardo – sono in atto i cambiamenti climatici, se piove accade in maniera irregolare, diluvia, e dilava invece di inumidire il terreno, non sono piogge omogenee”.
Difficile regolarsi con queste condizioni meteo. “Agli appassionati consiglio di guardare i pluviometri come l’Omirl di Arpal, di facile consultazione in rete, e puntare sulle zone dove ha piovuto bene e in modo regolare”, suggerisce il micologo. Ma il problema climate changing resta e va ben oltre il coefficiente di riempimento dei cestini in vimini dei cercatori di funghi.
“Fino al 2010 o anche 2012 potevi avere alcune certezze – continua Fabrizio Boccardo – sapevi che c’era una stagione estiva e una stagione di inizio autunno, ma i funghi a settembre non li vediamo da un po’ di anni, magari durano di più, anche fino a dicembre o gennaio, ma sono meno ed è comunque qualcosa di atipico”.
L’estate in via di conclusione ha dato soddisfazioni di breve durata. “Nel sassellese abbiamo avuto una settimana molto fruttuosa dopo ferragosto ma i porcini sono durati 5 giorni, qualcuno di più gli ovuli, poi sono seccati o marciti”.
Fabrizio Boccardo, come tanti appassionati di funghi, li cerca per portarli in tavola (cucinati dalla mamma) ma, da studioso, per analizzarli. Non a caso, nella sua collaborazione con il Parco del Beigua, ha recentemente scoperto almeno due specie fungine ignote. “Rispetto al passato abbiamo strumenti molto più accurati e avanzati – rivela – in un tempo anche recente lo studio veniva portato avanti con l’osservazione tassonomica macroscopica e microscopica, a vista insomma, oggi noi micologi ci rivolgiamo a studi che si occupano di estrarre il Dna dagli oggetti di studio e di rispondere a determinati interrogativi, in questo modo siamo sicuri di quello che troviamo”.
VADEMECUM:
In tutta la Liguria il limite di raccolta giornaliero, a persona, è di 3 Kg di funghi.
Non è possibile raccogliere funghi tutti i giorni, ma occorre rispettare i locali divieti come segue:
– Savonese, Sassello e dintorni: lunedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica;
– Monte Beigua, Piampaludo, Alto Orba, Urbe: lunedì, mercoledì, sabato e domenica;
– Val Graveglia, Mezzenego, Monte Ramaceto: martedì, mercoledì, sabato e domenica;
– Appennino Ligure, Calizzano, Bardineto, Osiglia, Murialdo: 7 giorni su 7;
– Colle di Nava, Triora, Pigna, Entroterra Imperiese: 7 giorni su 7;
– Aquila di Arroscia, Valle Arroscia, Torrente Roja e dintorni: martedì, giovedì. sabato e domenica;
– Genova, Valle Sturla, Borzonasca: lunedì, giovedì, sabato e domenica;
– Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio: 7 giorni su 7;
– Fontanagorda, Fregarolo, Parco dell’Antola: 7 giorni su 7;
– Passo del Turchino, Marcarolo, Passo dei Giovi: 7 giorni su 7.
Bisogna possedere l’apposito tesserino in vendita presso gli esercizi commerciali autorizzati, mentre la raccolta è libera nei territori costieri. Nei comuni della val Bormida, terra famosa per questa attività, ci sono due diversi tipi di permessi: il tesserino annuale, valido un anno a partire dalla data di acquisto, al costo di 60 euro, di colore arancio; il tesserino giornaliero ad un prezzo di 10 euro, di colore verde
i minori di 14 anni accompagnati da un adulto munito di permesso non devono avere un tesserino personale
Per percorrere sentieri nel bosco alla ricerca dei funghi è obbligatorio indossare giubbini ad alta visibilità.