Savona. “A San Genesio il 29% dei componenti del PM10 è attribuibile all’attività della centrale, invece a Quiliano si ferma al 17%“. Sono questi i valori percentuali della concentrazione degli elementi “prodotti dalla combustione del carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure” presentati da Stefano Scarselli, biologo specialista in biomonitoraggio, nell’ambito del processo a carico di Tirreno Power per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell’azienda, rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.
I valori sono riconducibili alla combustione del carbone grazie alla tecnica chiamata “PMF” che permette di distinguere dalle altre diverse sorgenti: l’attività di utilizzo di oliocombustibile (motori diesel o navi) e da traffico. Per quanto riguarda quest’ultimo fattore bisogna distinguere l’inquinamento prodotto da abrasione meccanica (ad esempio impianto frenante) e dallo scarico.
“I valori rilevati dalla stazione di Quiliano sono diversi perchè vicino si trovava un cantiere che ha alzato il dato degli inquinanti dovuti ai lavori stessi”. I dati trovati sono stati confermati da altri due modelli sperimentali: l’analisi fattoriale e l’analisi del cluster.
Inoltre, è stato considerato un altro indicatore per valutare l’origine delle sostanze inquinanti: “il fattore di arricchimento, misura il grado di interferenza dell’inquinamento antropico dei singoli elementi che sono stati trovati: in che misura incidono sorgenti diverse da quelle naturali”.
“Selenio, antimonio, stagno, cadmio, piombo, zinco e arsenico sono elementi chimici potenzialmente traccianti di emissioni da combustione di carbone – ricorda Scarselli – e sono presenti in entrambi i siti a Quiliano e San Genesio. Per questi metalli il fattore di arricchimento è particolarmente alto per tutti, è quindi rilevante la componente antropica”.
A dare indicazione sulla provenienza è il rapporto tra due metalli, in base al valore che assume si può dire attribuire ad attività antropiche da traffico o da combustione: “Il rapporto tra rame e antimonio è a Quiliano a 15,8 e a San Genesio 14,5, ben superiore rispetto ai valori da traffico che oscillano tra 2,5 e 9. Lo stesso risultato per quanto riguarda zolfo e selenio. Tra manganese e vanadio il valore è 1,8 a San Genesio e 1,1 a Quiliano, il valore 1 sarebbe il valore discriminante, se è molto maggiore di 1 è da carbone, altrimenti è da olio combustibile. In questo caso influisce l’attività portuale ma anche la centrale, ci sono giorno che arriva a 8, dipende dalle condizioni metereologiche”.
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