Intervista

Caso Mancini/Renzi a Report, l’albenganese Tavaroli: “Conosco Mancini da 40 anni, ma non c’entro nulla”

L'ingauno: "Le manovre e gli scontri sono a un livello ben superiore"

Giuliano Tavaroli

Albenga. “Non esiste alcun gruppo, non esiste alcun fatto di destabilizzazione in cui io sia coinvolto. Ho un antico rapporto di amicizia con Mancini, che non ha nulla a che fare con le sue attività istituzionali. Esistono solo delle suggestioni, costruite dalla signora Marogna recentemente intervistata dalla trasmissione Report, che dovrà rispondere delle sue affermazioni davanti a un giudice“. Così replica Giuliano Tavaroli, ex capo della Security di Pirelli-Telecom, in un’intervista al Fatto Quotidiano relativa al caso dell’incontro in autogrill tra Matteo Renzi e Marco Mancini, agente dei servizi segreti.

Il caso, fatto esplodere dalla trasmissione Report, ha coinvolto anche Giuliano Tavaroli, che oggi vive a Pavia ma è nato ad Albenga dove viene regolarmente a trovare la sua famiglia. E’ molto conosciuto ed apprezzato in città, dove vanta ancora molti amici che hanno seguito tutte le sue vicende e che ora lo ritrovano nuovamente protagonista di un caso misterioso.

Caso da cui, però, lui prende nettamente le distanze. “Di Mancini sono amico da 40 anni – spiega – sono colpevole del solo reato di amicizia e so che è un fedele servitore dello Stato. Le manovre e gli scontri sono a un livello ben superiore: il nuovo quadro geopolitico, la nuova amministrazione Usa, il contenimento della Cina, il ruolo della Turchia… Altro che la visione dal buco della serratura della Marogna“.

LA VICENDA

Tutto è partito da uno scoop della trasmissione Report: un filmato e alcuni scatti realizzati da un’insegnante, la cui identità è ancora sconosciuta. La donna il 23 dicembre si ferma all’autogrill di Fiano perché il padre non sta bene e, nell’attesa che il padre torni dal bagno dell’autogrill, scorge un signore con la scorta visibilmente – dice – in attesa di qualcuno che poi si è rivelato essere Matteo Renzi, immortalato con foto e video girato dal suo cellulare durante l’incontro nella piazzola dell’autogrill con un agente dei servizi segreti italiani, Marco Mancini.

Il filmato vene inizialmente inviato, il 31 dicembre, al Fatto Quotidiano che, però, non ne fa nulla, Quattro mesi dopo arriva alla trasmissione Report. Dopo la trasmissione della Rai nascono da più parti molti interrogativi, considerato che la data dell’incontro tra Mancini e Renzi risale al 23 dicembre, quando si era nel pieno della crisi del governo Conte e con al centro anche il tema della guida dei servizi segreti (con l’ex premier Conte che non voleva “mollare” la delega ai Servizi). All’epoca dei fatti Mancini, alto dirigente del Dis, godeva di buoni rapporti e dell’appoggio di Conte e del generale dei servizi Vecchione ed era in lizza per una promozione di rilievo all’interno dei servizi, nomina che però non è poi mai arrivata.

L’incontro tra Renzi e Mancini, durato una quarantina di minuti, ha suscitato molte reazioni da parte del protagonista: Renzi non crede alla casualità dell’insegnante che “per caso” lo fotografa, ma in un esposto alla magistratura chiede invece di approfondire se non sia stato pedinato e se non ci sia invece una “manina” e trame oscure dietro questo scoop.

In trasmissione viene ascoltata anche Cecilia Marogna, la manager arrestata nel caso del Cardinale Becciu, che racconta come Becciu le avesse dato l’ordine di avere rapporti con il capo dell’Aise, Luciano Carta, per fare dossieraggio. Quando il contatto con Carta si interrompe, spiega Marogna a Report, lei si rivolgerebbe a Giuliano Tavaroli, collega e grande amico di Mancini, per entrare in contatto con altri dirigenti dei Servizi. Ed è proprio questa versione dei fatti che tira in ballo Tavaroli.