Finale Ligure. “In Provincia di Savona sono molti i Comuni ad avere la qualifica di ‘Città che legge’: Loano, Millesimo, Savona, Sassello, Quiliano. Finale ligure, invece, ha perso questa qualifica: ottenuta infatti nel 2018/2019, nonostante non siano stati presentati progetti per la promozione della lettura e cultura, non è stata inserita tra le città beneficiarie nel biennio 2020/2021”. A denunciarlo è il gruppo di minoranza “Le persone al centro”, che per questo ha presentato una mozione “affinché la Giunta si impegni a partecipare nuovamente al bando per l’assegnazione della qualifica per il prossimo biennio”.
I dati ISTAT dicono che in Italia si legge sempre meno, soprattutto nelle scuole. Le dotazioni ad istituti e biblioteche sono sempre più povere. Per questo, dal 2010 circa, è stato istituito il Centro per il libro e la lettura – Istituto autonomo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo che dipende dalla Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore. Il Centro si prefigge come obiettivo la promozione della lettura e l’assegnazione della qualifica di città che legge, la quale è lasciapassare per l’assegnazione di contributi.
Contributi da cui Finale è rimasta fuori: “Un vero peccato, sia culturale, sia economico – tuona la minoranza – considerato che un bando appena indetto ha stanziato circa 800 mila euro per 27 progetti meritevoli di supporto a scuole e biblioteche. Un peccato ancora peggiore se si pensa che Finale possiede i requisiti per la qualifica di ‘Città che legge’ (una biblioteca, librerie sul territorio e una rassegna libraria) tanto da aver già avuto la qualifica nel biennio precedente, anche se non sfruttata”.
“Una inerzia che, francamente, lascia perplessi – accusano i consiglieri – considerato che pur con la qualifica non era stato presentato alcun progetto per il bando destinato ai finanziamenti alle scuole e biblioteche nel 2018/2019 e che, con la mancata presentazione della domanda per il biennio 2020/2021, sembra voler dare un inquietante messaggio. In un momento come questo, dove l’eccessiva digitalizzazione e la distanza stanno generando anche allarmanti problemi sociali è doveroso un impegno di supporto e riscoperta della cultura”.