Pietra Ligure. “La chiusura del punto nascite e della pediatria dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure è una notizia allarmante. Un fatto che preoccupa – e dovrebbe preoccupare – non solo Pietra, ma tutto il ponente ligure. La giustificazione della mancanza di personale infermieristico, che è stata posta alla base di questa decisione, è debole e fuori tempo massimo. Il problema della mancanza di personale non si manifesta come una criticità contingente, ma piuttosto rappresenta un tema che andava affrontato già a marzo e forse anche molto prima dell’inizio della pandemia”. Lo afferma Nicola Seppone, consigliere comunale di minoranza e capogruppo “PietrAttiva” Comune di Pietra Ligure.
“Oggi si parla di un provvedimento ‘temporaneo’, ma che di fatto – attualmente – non presenta una data di scadenza certa. Lo spauracchio, a questo punto, è che una decisione ‘provvisoria’ possa trasformarsi in un atto definitivo. E questo, noi cittadini del ponente ligure, non possiamo assolutamente accettarlo. La sottrazione di due specialità – seppur provvisoria – non fa altro che andare ad impoverire e danneggiare ulteriormente il nostro ospedale, mettendo sempre di più in pericolo la qualifica di Dea di secondo livello del Santa Corona. L’emergenza sanitaria non deve diventare il pretesto per porre in essere decisioni penalizzanti per l’ospedale di riferimento del ponente ligure. Se da un lato, a causa dell’emergenza in corso, si può anche provare comprendere il carattere provvisorio del provvedimento, dall’altro lato è altrettanto necessario pretendere dalle parti coinvolte nel trasferimento delle garanzie – scritte – circa il ritorno del punto nascite e della pediatria a Pietra Ligure”.
“Mi fa piacere leggere le parole del sindaco De Vincenzi, che ieri ha manifestato la propria preoccupazione per questa decisione. Al sindaco, però, chiedo anche di farsi portavoce nelle sedi opportune di una battaglia che, come ha ben sottolineato il consigliere Rozzi, riguarda tutto il ponente ligure e non solo la nostra città. Da questo punto di vista, infatti, siamo convinti che gli interessi in gioco non possano essere ricondotti a logiche di partito. Al contrario, infatti, quella per il Santa Corona è una battaglia che deve essere combattuta senza indossare alcun tipo di colore. Vogliamo che il Santa Corona resti un Dea di secondo livello. Vogliamo certezze per il futuro del nostro ospedale. Non vogliamo più che a pagare le conseguenze di scelte politiche sbagliate siano i dipendenti della struttura e i cittadini tutti”.
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