Villanova d’Albenga. Dopo le ricerche andate avanti tutta la notte da parte dei carabinieri, si è costituito nella caserma di Pieve di Teco Alberto Grosso, 53 anni, l’uomo, con vecchi precedenti, che ha tentato di far saltare in aria l’abitazione della sorella a Villanova d’Albenga.
Il 53enne ha saturato di gas la villetta su due piani, dove abitano la sorella e il cognato, assieme a due figlie, con l’intenzione di farla esplodere. La casa, però, al momento dell’accaduto, risultava fortunatamente vuota (la sorella ed il cognato, infatti, al momento sono in vacanza).
L’accusa è quella di strage e l’uomo è ora in stato di fermo presso la caserma di Pieve di Teco dove si è costituito: si era dato alla fuga a bordo di un’auto, una Citroen, di proprietà del cognato. A suo carico anche i reati di furto e tentato furto di auto, furto in abitazione, detenzione abusiva di armi e porto abusivo di armi, in quanto il 53enne è scappato armato diretto verso le montagne al confine tra Liguria e Piemonte.
L’allarme è scattato nel pomeriggio di ieri a seguito delle segnalazioni arrivate dai vicini di casa delle famiglie Grosso-Bianco, che hanno sentito un forte odore di gas.
L’abitazione è situata accanto al campo sportivo e alla locale caserma dei carabinieri. Secondo i primi accertamenti, in caso di esplosione, sarebbe stata una strage a seguito della deflagrazione e dell’onda d’urto generata dall’esplosione.
La presenza di uomo, in escandescenza, è stata segnalata ai carabinieri da alcuni cittadini di Pornassio, intorno alle 14 e 30, quando il fuggitivo è giunto nei pressi di un’officina meccanica chiedendo insistentemente del gasolio, perché la sua auto si era fermata. Nonostante il rabbocco di carburante, la vettura non è ripartita, così Grosso tenta di rubare l’auto di un uomo che nel frattempo è arrivato dal meccanico. Scoperto, viene fermato dal legittimo proprietario della vettura e scappa, abbandonando sulla strada la Citroen con la quale era arrivato.
Una volta entrati nell’alloggio, saturo di gas, carabinieri e pompieri trovano un timer rudimentale che, programmato per le 17.00, avrebbe innescato un’esplosione. Lo disinnescano appena in tempo. Nell’appartamento i carabinieri trovano le foto del cognato con dei coltelli conficcati sopra, a significare l’intento vendicativo di Grosso verso il parente.
Da lì è scattata una vera e propria caccia all’uomo, andata avanti per un’intera notte. A cercare Alberto Grosso sono i carabinieri di Savona e di Imperia che, vista la pericolosità del soggetto, hanno passato al setaccio tutte le strade e le località che conducono alle zone di montagna, al confine tra Liguria e Piemonte, dove Grosso si recava spesso. Ad aiutare gli uomini a terra, anche l’elicottero dei carabinieri che sorvola l’area. Visto l’imponente dispiego di mezzi, intorno alle 6.40 di questa mattina, il 53enne si è consegnato ai carabinieri della stazione di Pieve di Teco.
Sul caso indagano sia la Procura di Imperia che quella di Savona. In mattinata è previsto un nuovo sopralluogo da parte di carabinieri e vigili del fuoco: la villetta, già nel pomeriggio di ieri, è stata messa in sicurezza dai pompieri.
Tra i motivi del terribile gesto del 53enne i dissapori con la sorella e la sua famiglia, che andavano avanti da diverso tempo: probabilmente in ballo anche ragioni economiche e continui litigi di natura personale, ma le indagini e gli accertamenti da parte dei militari sono ancora in corso.
Altri elementi dovrebbero emergere dall’interrogario del 53enne, in stato di fermo in attesa delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria.
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