Savona. È una giornata, quella di oggi, in cui è purtroppo fin troppo facile trarre un bilancio nel consueto appuntamento delle 18. Non è un bel bilancio.
Si comincia con lo sciopero nella raccolta della nettezza urbana, con l’Ata che ha invitato i cittadini ‘a non conferire rifiuti’ per tutta la giornata (leggi qui). L’Ata, ora affidata a un commissario e a un liquidatore, attraversa una grave crisi, la sua trasformazione in un’azienda moderna non sarà cosa facile.
Andiamo avanti. Essendo lunedì d’estate, estate anomala ma pur sempre tra Fase 2 e Fase 3 della ripartenza, non potevano mancare le code in autostrada, in molti tratti ma soprattutto nel buco nero dell’A10 tra Arenzano e Pra’ (leggi qui). Le code ci sono sempre state, figuriamoci ora con i lavori per mettere in sicurezza le gallerie. Il Mit, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (quello per capirci che non è riuscito a risolvere il problema dell’Aurelia bis), sembra assistere come un pugile suonato alle peripezie soprattutto verbali delle Autostrade, che non sanno più che cosa dire e soprattutto che cosa fare, tra fantomatici piani A e B. Per questo week end hanno consigliato ‘percorsi alternativi’ come negli Anni 60, visto che l’Albenga-Carcare-Predosa, che qualche problema potrebbe risolvere, resta ancora nel libro dei sogni.
Scorrendo le difficoltà del giorno orrendo, ci imbattiamo con i tradizionali problemi della Sanità e questa volta in particolare con la riapertura del Cup, l’organismo che si occupa di prenotare esami, visite, diagnostica. Neppure in questa circostanza a Genova hanno trovato la ricetta vincente. Sportelli ancora chiusi e linee telefoniche nel caos. Ci sono migliaia di persone che durante il lockdown non hanno potuto curarsi (anche per patologie gravi) e che aspettano finalmente di poterlo fare, ma senza sapere come e quando.
In questo grigiore totale è arrivata per fortuna la buona novella della demolizione del vecchio carbodotto della Tirreno Power, realizzata da un’azienda che ragiona in grande come la Vernazza (leggi qui). D’ora in poi la centrale di Vado funzionerà solo a gas, ma neppure con questo combustibile saranno rose e fuori. Ma questa è un’altra storia.