Sono 27 gli esperti chiamati dal presidente della Regione Giovanni Toti a far parte, a vario titolo, del Comitato di tecnici ed esperti che dovrà tracciare le linee guida per la fase 2, per la riapertura. Queste riflessioni partono dalla considerazione che, con tutto il rispetto per il capoluogo di Regione e per l’indiscutibile competenza dei prescelti, la task force ci sembra decisamente Genovacentrica.
Ma procediamo con ordine.
Nelle decisioni sui blocchi e sulle riaperture sono intervenuti o intervengono in ordine sparso, finendo per influenzare le decisioni di casa nostra, tanto per andare a caso e dimenticando certamente qualcuno, l’Organizzazione mondiale della Sanità, l’Istituto superiore di Sanità, il Comitato nazionale tecnico scientifico, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il commissario Arcuri, le strutture dei vari ministeri (tra cui spicca per confusione quello della scuola), quelle di regioni e comuni. Sul Corriere della Sera di oggi (domenica 19 aprile) Ferruccio de Bortoli conta, solo a livello nazionale, 15 task force per un totale di 448 persone.
Bisogna poi aggiungere che hanno avuto un ruolo (sembra inascoltato) i servizi segreti, che bisogna tener conto di comitati etici, garanti della privacy e via discorrendo.
Un ruolo certamente lo avrà la magistratura, che sta indagando sulle Rsa, con alcuni casi milanesi che sembrano in effetti stupefacenti A proposito: si sapeva che qualsiasi influenza, figuriamoci una pandemia, colpisce soprattutto i più fragili, quindi gli anziani, che stanno proprio nelle Rsa, ma nessuno ha fatto nulla, in nessuna parte del mondo.
A proposito di ripartenza, proprio la Lombardia, assieme al Piemonte che meglio non sta, rappresenta il bacino principale delle risorse turistiche liguri. Allargando il discorso a tutto il Paese, molti scienziati avvertono che, se sono indubbie le sofferenze dell’economia, una seconda ondata di virus, che potrebbe essere ben più violenta della prima, oltre alla salute metterebbe definitivamente ko proprio l’economia.
E arriviamo così, in un quadro complessivo più delineato, alla task force di Toti. Conta come detto di 27 persone “indicate – ha spiegato – dalle principali istituzioni scientifiche ed educative della regione”.
Ora, è possibile che sostanzialmente siano tutte, proprio tutte, espressioni di Genova, dovendo programmare la ripartenza, con le specificità del caso, di un territorio così diversificato che va da La Spezia a Ventimiglia?
Certo Genova, nel caso del ponte Morandi, per il quale ha potuto giustamente disporre di poteri straordinari, ha dato prova di grande capacità. Renzo Piano ha progettato un’opera concreta e elegante ma senza fronzoli. Nessuna tentazione di un altro ponte di Brooklyn, ma un pilone dietro l’altro per fare bene e in fretta.
Per dire, in sostanza, che Genova sa fare le cose, ma in questo caso un po’ più di attenzione all’intero territorio non avrebbe guastato. Questi 27 cervelloni sono tutti ben accreditati, lo abbiamo detto, ma possibile che non ce ne siano di altrettanto validi a Savona o Sanremo, Albenga o in Val Bormida?
Qualche categoria esclusa ha già alzato la voce, come l’Ordine dei medici e i medici di famiglia. A qualche smagliatura sta provvedendo lo stesso Toti, che inserirà accanto alla Camera di commercio di Genova, quella del ‘resto del mondo’ che comprende La Spezia, Savona e Imperia.
Poi, da bravo giornalista e comunicatore qual è, non gli sarà magari difficile far sapere che saranno ascoltate tutte le istanze del territorio, una frase sempre ad effetto, o altre cose del genere. Da Genova si può ad esempio ascoltare Savona, ma anche da Savona si può ascoltare Genova. O no?