Finale Ligure. “C’è paura ed è inutile negarlo, ma non stiamo parlando di zombie che girano per le strade della Cina e ci tengo a precisarlo. Il timore è giustificato, l’allarmismo gratuito no ed è solo dannoso”.
Inizia così, con una precisazione doverosa, vista la psicosi dilagante per via del Coronavirus, il racconto di Daniele, 26enne di Finale Ligure, rientrato da poco (domenica 2 febbraio) in Italia insieme alla moglie, dopo un mese circa trascorso in Cina, nei pressi della città di Guangzhou.
Oltre a quello che si evince dai media nazionali ed internazionali, attraverso le sue parole abbiamo cercato di ricostruire, a mo’ di reportage, la situazione che si sta vivendo in Cina in questi giorni, tra mascherine, persone chiuse in casa, strade deserte e presidiate dalle forze dell’ordine e test della temperatura in attività e negozi (i pochi rimasti ancora aperti).
“Mia moglie è cittadina cinese e siamo venuti qui per trascorrere le vacanze e partecipare al Capodanno Cinese, – ha esordito il giovane. – Siamo partiti lo scorso 11 gennaio e saremmo dovuti rientrare in Italia il 9 febbraio, ma abbiamo dovuto anticipare per paura di rimanere ‘bloccati’. Il caso è scoppiato a Wuhan, che si trova a poco meno di un giorno di macchina da dove ci trovavamo noi, proprio l’11 gennaio”.
“Ne sentivamo parlare sui media nazionali, ma subito non abbiamo dato troppo peso alla cosa. E inizialmente qualcuno che mostrava i primi sintomi si è anche ‘nascosto’, ma il presidente cinese ha fatto un discorso molto duro alla nazione, invitandoli a ‘mostrarsi’. Nel giro di una manciata di giorni, la situazione è precipitata, con il numero di contagi aumentato in modo vertiginoso”.
“Avevamo pianificato tante tappe per il nostro viaggio, ma alla fine ci siamo dovuti fermare dai genitori di mia moglie. Il pensiero è stato: se andiamo in un albergo, chi c’è stato prima di noi? Sarà sicuro? Volenti o nolenti, in situazioni così, la paura fa da padrone”.
“Non bisogna farsi prendere dal panico, ma è anche vero che in strada non si esce tranquilli. Chi esce, lo fa solo per necessità, per recarsi al supermercato a fare la spesa in genere, ma sia le attività che le strade risultano deserte o quasi e questo fa ancora più impressione nel periodo del Capodanno cinese, quando le vie, al contrario, solitamente sono stracolme di cittadini e turisti”.
“Noi uscivamo sempre con il disinfettante e le mascherine, anche perchè in caso contrario, se ‘pizzicati’ dalle forze dell’ordine, che presidiano tutte le strade, ti viene comminata una multa salata. Non siamo assolutamente persone paranoiche, ma il principio secondo cui prevenire è meglio che curare vale sempre, soprattutto in casi come questo”.
“Hanno chiuso un sacco di attività in questo periodo, anche tanti uffici, e sono stati vietati i ritrovi ‘troppo numerosi’ in luoghi pubblici. I karaoke non possono riaprire, idem le palestre. Hanno chiuso anche Disneyland e, a campione, facevano i test per la temperatura anche solo per entrare da Starbucks o da McDonald’s”.
“Una situazione quasi da film, che ha scatenato la psicosi anche tra i cinesi. La gente è preoccupata ed è evidente anche solo quando qualcuno passa in macchina con la targa di Wuhan. Ricordo un episodio singolare, con un uomo che aveva appeso sulla sua auto diversi cartelli con scritto ‘La targa è di Wuhan ma è la macchina che arriva da là. Io ho sempre vissuto qui’. Incredibile”.

“E la psicosi, seguendo le notizie da smartphone, abbiamo visto che è esplosa anche in Europa e in Italia. Ma ci tengo a stigmatizzare l’allarmismo gratuito: giusto essere preoccupati, ma sbagliato esagerare. Si rischia che la paura del virus si trasformi in intolleranza e timore verso gli altri, con episodi gravi di razzismo o simili di cui, di certo, in questo momento non abbiamo bisogno”, ha concluso il 26enne finalese.
Nel frattempo, fonte Ansa, “la Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di domenica, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475. I 361 morti, annunciati ieri dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), hanno superato i decessi della Sars (Sindrome respiratoria acuta grave) che nel 2002-03 ne fece 349, secondo i numeri ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars”.
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