Savona. Aquile randagie, il film che narra le vicende degli scout antifascisti durante il Ventennio, è sbarcato nel savonese. Oggi al Nuovo Filmstudio c’è stata la prima proiezione, altri eventi seguiranno questa sera e nei prossimi giorni, anche a Varazze.
Parlare di Aquile randagie è complesso. Nell’ultimo mese e mezzo le recensioni si sono moltiplicate su fronti opposti, certe volte ricorrendo a toni bruschi e netti, finanche eccessivi. Artisticamente, il film paga l’essere il primo lungometraggio di Aureli e una produzione non certo danarosa. Sul piano della ricostruzione storica, molte sono le inesattezze e le licenze: personaggi inventati, età falsate, eventi rimescolati, luoghi tratteggiati solo in base al gusto poetico. É un film scout, fatto anche da scout, visto soprattutto da scout.
Eppure Aquile randagie non può essere solo questo. Se anche i colossal di Hollywood che si approcciano al nostro passato largamente difettano di precisione – Braveheart, Apollo 13, etc – è impensabile che una produzione italiana, comunque minore, possa aderire come un documentario ai fatti.
C’è di più: un film non è un documentario, nè una conferenza di Alessandro Barbero. Non è il suo scopo raccontare la storia. Un film si occupa delle emozioni e dei messaggi sociali. In questo Aquile randagie centra il punto. Pur pagando una recitazione non sempre all’altezza, il film solleva emozioni e riflessioni. Narra una vicenda di chi non si piegò al fascismo, anzi: prima decise di fare dell’educazione scout uno strumento di resistenza culturale e sociale, poi supportò la Resistenza dopo la caduta e il tradimento di Mussolini, quando il dittatore consegnò mezzo paese alla spietata occupazione nazista.
In questo contesto, emerge forte il messaggio delle Aquile randagie: resistere un giorno in più del fascismo. Serviva solleticare la fantasia e stimolare le emozioni, ricordare che c’è stato un tempo buio in cui non avrei potuto criticare un film premiato dal Mibac e che quel tempo buio è finito anche grazie a un gruppo di scout che non ha obbedito all’ordine di scioglimento dell’associazione comandato dal Duce. Aquile randagie l’ha fatto e questo, da scout, può anche bastare.
Certo, ogni tanto perde un passaggio. Tratteggia un po’ macchiettisticamente Baden – Powell, accenna appena prigionia e liberazione di don Barbareschi, il susseguirsi di piccoli eventi ha una connessione forse troppo labile nell’impianto della sceneggiatura. Si poteva fare meglio? Si. Eppure Aureli & C. hanno il merito di aver fatto del loro meglio e di aver contribuito a far porre di nuovo allo scoutismo italiano le domande di senso sul suo impegno educativo riguardo la democrazia e la politica del nostro paese.
L’antifascismo è nel codice genetico dello scoutismo italiano: “ci impegniamo a rifiutare decisamente, nel rispetto delle radici storiche e delle scelte democratiche e antifascisti espresse nella Costituzione, tutte le forme di violenza, palesi e occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare l’autoritarismo e il totalitarismo, di imporre il diritto del forte sul debole, di dare spazio alle discriminazioni razziali”, cita il Patto associativo di Agesci, la maggiore delle associazioni italiane. Il Cngei, l’associazione aconfessionale, è del tutto in linea con i principi analoghi.
Molti si domandano, allora, a cosa serva ribadire che gli scout sono antifascisti: “É scontato. E poi il fascismo non c’è più”. Ci sono molti motivi validi per ribadirlo. In primo luogo, che l’antifascismo scout non sia solo una parola non è scontato: c’è chi, nelle associazioni italiane, tutto sommato non trova allarmanti o preoccupanti talune scelte politiche, oppure abbraccia posizioni di primazie nazionali, etniche, culturali, religiose o sociali. Non sarà fascismo da fascio littorio e camice nere – per ora – ma l’incompatibilità del “prima me” con lo scoutismo è fuori discussione. Il rifiuto della violenza, dell’autoritarismo e delle discriminazioni non sono scelte marginali. Il film ricorda questo. É un memoriale degli scout di ieri e uno scossone, salutare, per gli scout di oggi. Come tutte le storie, racconta di ieri pensando a oggi e, per questo, è accessibile anche a chi scout non è.
Dopo la prima di questo pomeriggio, Aquile randagie sarà in replica. Al Nuovo Filmstudio, martedì 12 novembre, alle ore 21.00 e domani alle ore 18.00. A Varazze sarà proiettato nel cinemateatro Salesiani giovedì 14 alle 20.45 e martedì 19 alle 21.15. Buona visione.