Savona. E’ ripreso questa mattina in tribunale a Savona il processo per disastro ambientale e sanitario colposo relativo alla centrale di Vado Ligure nel quale sono a giudizio ventisei persone tra manager ed ex manager di Tirreno Power. Nell’aula magna è proseguita l’audizione dei testimoni dell’accusa con le deposizioni di Nicola Isetta, attuale sindaco di Quiliano (che in passato aveva già ricoperto lo stesso ruolo) e Carlo Giacobbe, ex vicepresidente della Provincia di Savona ed ex primo cittadino di Vado.
Entrambi, rispondendo alle domande del pm Elisa Milocco, hanno ripercorso tutte le procedure amministrative relative alla centrale vadese che hanno seguito nei rispettivi mandati (come delibere comunali, di giunta, ma anche pareri forniti in sede di conferenza dei servizi e di rinnovo delle autorizzazioni integrate ambientali). Isetta e Giacobbe hanno quindi fornito un excursus storico su come le amministrazioni comunali di Quiliano e Vado si sono rapportate rispetto alla presenza di Tirreno Power e coi gestori dell’impianto.
Anche oggi, nel corso delle deposizioni, si è parlato ancora delle “violazioni” che secondo la Procura sarebbero state commesse da Tirreno Power (come la mancata copertura del carbonile e la mancata realizzazione del nuovo gruppo VL6).
Il processo riprenderà il prossimo 16 luglio con l’audizione di altri testimoni dell’accusa.
A giudizio per questa vicenda ci sono 26 persone: Giovanni Gosio, direttore generale dal 2003 al 2014; Massimo Orlandi, presidente del Cda in diversi periodi nonché membro del Comitato di Gestione; Mario Molinari, Andrea Mezzogori, Jacques Hugé, Denis Lohest, Adolfo Spaziani, Jean-Francois Louis Yves Carriere, Pietro Musolesi, Domenico Carra, consiglieri d’amministrazione e, per i primi sei, membri del Comitato di Gestione, in periodi differenti; Mario Franco Leone, presidente del Da tra 2010 e 2014; Olivier Pierre Dominique Jacquier, Giovanni Chiura, Aldo Chiarini, Pascal Renaud, Agostino Scornajenchi, Giuseppe Gatti, Alberto Bigi, Charles Jean Hertoghe e Luca Camerano, tutti consiglieri d’amministrazione e membri del Comitato di Gestione negli ultimi anni; Pasquale D’Elia, capo centrale dal dicembre 2005 al 2014; Ugo Mattoni, direttore della Direzione Energy Management dal 2004 al 2014; Maurizio Prelati, direttore della Direzione Produzione dal 2008 al 2014; Guido Guelfi, direttore della Direzione Ingegneria dal 2004 al 2014; Andrea De Vito, direttore della Direzione Amministrazione Finanza dal 12007 al 2014; Claudio Ravetta, direttore Produzione dal 2004 al 2008 e vice direttore generale dal 2008.
IL SEQUESTRO
I gruppi a carbone furono sequestrati nel marzo 2014 dalla Procura di Savona. Secondo l’allora procuratore Francantonio Granero (oggi in pensione) i fumi emessi dai gruppi a carbone avrebbero causato un aumento dell’inquinamento nonché della mortalità dei residenti: a sostegno di questa tesi negli anni sono stati prodotti diversi studi legati sia alla diffusione dei licheni (per l’aspetto ambientale) che dei tumori (per quello sanitario). Sotto accusa anche la mancata installazione da parte dell’azienda di centraline a camino che permettessero di monitorare in modo più efficace la composizione di quei fumi e la rispondenza ai dettami di legge. Alla chiusura hanno fatto seguito mesi di polemiche furibonde tra ambientalisti e sostenitori dell’azienda, con gli operai finiti in cassa integrazione e l’indotto in crisi. Alla fine la centrale è stata riaperta, ma soltanto a metano, con una sostanziale diminuzione della forza lavoro.
leggi anche

Tirreno Power, via al processo in tribunale: anche il Ministero della Salute si costituirà parte civile

Tirreno Power, l’azienda: “L’aria non è cambiata, il processo sarà occasione per fare chiarezza”

Tirreno Power, i vertici dell’azienda a processo: accolte le 26 richieste di rinvio a giudizio

Fine inchiesta Tirreno Power, lo sfogo di un ex lavoratore: “A chi ha perso tutto ora chi lo risarcisce?”
