Savona. Compariranno davanti al gip la prossima settimana, per gli interrogatori di garanzia, Federico Botta, 47 anni, di Savona, e Oscar Gallo, 44 anni, arrestati ieri mattina nell’ambito di un’indagine della finanza per bancarotta, riciclaggio, intestazione fittizia e truffa in relazione alla gestione di alcune società e cooperative.
Botta, che al momento è in carcere, sarà ascoltato per rogatoria, mentre Gallo, che al momento è ai domiciliari (misura che perderà di efficacia tra venti giorni) comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi che interrpgherà anche l’avvocato, Paolo Botasso del foro di Cuneo, colpito da una misura interdittiva di sospensione temporanea dall’attività per sei mesi con l’accusa di patrocinio infedele e favoreggiamento.
Secondo l’accusa Federico Botta era il dominus occulto delle presunte attività irregolari, mentre Gallo, suo parente, è ritenuto un suo collaboratore di fiducia. Da quanto trapelato, le attività delle cooperative e delle società riconducibili – secondo l’accusa – a Botta erano attive nel savonese ed in basso Piemonte in diversi settori, tra cui quello delle pulizie, quello pubblicitario e quello della somministrazione di personale. Grazie alla gestione ritenuta dall’accusa irregolare sarebbero stati sottratti al Fisco e distratti beni per oltre 4 milioni di euro.
L’ipotesi degli inquirenti è che Botta fosse l’amministratore di fatto di diverse società che però facevano capo a delle teste di legno scelte tra parenti e persone di fiducia. Gallo sarebbe stato proprio il legale rappresentante di alcune delle realtà societarie finite nel mirino degli inquirenti che, però, sarebbe stata gestita appunto da Botta.
Per quanto riguarda la misura interdittiva notificata all’avvocato Paolo Botasso, secondo quanto trapelato, il professionista, oltre che di Botta, era il difensore di Andrea Alluigi, arrestato a gennaio scorso sempre dai finanzieri savonesi con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento della S.L. Sport Srl, una società che avrebbe fatto proprio capo a Botta. Gli inquirenti ipotizzano che il legale (come emergerebbe da alcune intercettazioni ambientali) si sia maggiormente preoccupato di tutelare la posizione di quest’ultimo piuttosto che quella di Alluigi, che in quel momento era in carcere (dove si trova ancora oggi).
