Retroscena

Auto crivellata di colpi ad Albisola, un “raid” per ottenere 5000 euro

Le indagini dei carabinieri fatte all’insaputa della stessa vittima: “Forse abbiamo evitato un omicidio”

Albisola Superiore. Avevano deciso di dargli “un avvertimento”, perché pagasse la somma che ritenevano fosse loro dovuta. Undici colpi di pistola all’auto parcheggiata, un’Audi A3: una sventagliata in piena notte che aveva crivellato la carrozzeria su tutti e quattro i lati, non lasciando dubbi sulla natura intimidatoria del gesto.

A finire in manette sono stati un 39enne albanese, Detion Ramaj, e un 40enne italiano, Andrea Riotto. Ora sono accusati di tentata estorsione, danneggiamento e porto abusivo di arma da fuoco. L’albanese era un ex dipendente del ristoratore, a cui successivamente non era stato rinnovato il contratto per ragioni imprenditoriali.

Le indagini hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica e di scoprire che dietro questi atti intimidatori c’era la pretesa da parte di Ramaj di una somma di denaro (intorno ai 5000 euro). I due avrebbero esploso i colpi nell’arco di 7 minuti: mentre l’italiano faceva da “palo” l’albanese si sarebbe avvicinato a più riprese alla vettura sparando contro le varie fiancate e subito allontanandosi per non farsi individuare da eventuali passanti.

L’indagine del nucleo radiomobile dei carabinieri, coordinata dal tenente Matteo Ettore Grasso, è stata davvero complicata. La maggiore difficoltà è stata quella di affiancare alle indagini una “cornice di sicurezza” intorno alla vittima, all’insaputa della stessa: i due, infatti, proseguivano con le loro minacce, citofonandogli di notte, andando nel suo locale o fermandolo per strada con frasi intimidatorie. Si sono resi quindi necessari servizi di sicurezza nell’arco di tutte le 24 ore, con personale in borghese: secondo i militari non è escluso che, in assenza di questo “cordone”, i due arrestati potessero anche spingersi a uccidere il loro bersaglio.

“Il ristoratore inoltre era preoccupato a tal punto dal non volerci fornire particolari – ha spiegato il comandante della compagnia dei carabinieri di Savona, Dario Ragusa – una scarsa collaborazione che ci ha obbligato ad avviare l’indagine con pochissimi elementi a disposizione e quasi all’insaputa della stessa vittima”. Una ulteriore difficoltà anche per quanto riguarda il servizio di sicurezza, che si è dovuto svolgere con la massima discrezione per non allarmare il commerciante.

Nel corso di questi tre mesi di indagine sono stati fatti anche due arresti per reati legati allo spaccio di droga: il 3 dicembre era finito in manette il marocchino Aziz Taha, sorpreso con 11 grammi di cocaina, mentre l’11 dicembre era toccato proprio a Detion Ramaj, che aveva con sé 125 grammi di cocaina pura.

“Devo fare i complimenti ai miei uomini – è il commento del comandante provinciale Dionisio De Masi – L’episodio aveva creato grande allarme sociale, e l’indagine si è rivelata davvero complessa. Le intenzioni dei due arrestati inoltre erano davvero preoccupanti: non escludiamo, grazie a questa indagine, di aver scongiurato un possibile omicidio”.

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