Savona. La scorsa settimana era stato interrogato dal sostituto procuratore Massimiliano Bolla e, di fatto, si era assunto le proprie responsabilità in merito alla contestazione di peculato ed evasione fiscale precisando però di non aver avuto intenzione di non pagare le tasse, ma piuttosto di ripianare una serie di debiti. Da oggi l’imprenditore Giovanni Cetriolo è di nuovo libero visto che il gip Alessia Ceccardi (con parere favorevole del pm) ha accolto la richiesta di revoca della misura degli arresti domiciliari avanzata dai suoi legali, gli avvocati Alain Barbera e Paolo Lavagnino.
Cetriolo, e come lui la moglie che era finita nei guai in concorso con il marito, dovrà rispettare un obbligo di presentazione per tre volte alla settimana davanti ai carabinieri. I coniugi erano finiti in manette a metà maggio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare con le accuse di concorso in peculato e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. La coppia (nota per aver gestito prestigiose caffetterie e per essere da tempo impegnata nell’attività di distribuzione di apparecchi di intrattenimento e gestione di sale da giochi) secondo la Procura, a partire dal 2012, avrebbe attuato una serie di raggiri per evitare di pagare le tasse relative ad una serie di società a loro intestate.
In particolare, le Fiamme Gialle ipotizzano che Cetriolo e la moglie “a fronte di un debito erariale di svariate centinaia di migliaia di euro – derivante perlopiù da evasione fiscale – si erano formalmente spogliati di ogni loro bene e, attraverso una serie di fittizie cessazioni, cessioni e di altri atti fraudolenti e simulati sul proprio patrimonio, pur proseguendo la loro attività di impresa e ricorrendo all’espediente di intestare fittiziamente le loro società a dei prestanome” fossero riusciti a sottrarsi alla riscossione coattiva da parte dell’Erario”.
Tra le contestazioni mosse a Giovanni Cetriolo e alla moglie nell’ordinanza di custudia cautelare ci sarebbe anche quella di non aver versato – in qualità di gestore di alcune slot machine – allo Stato il Preu, ovvero il prelievo erariale unico maturato sulle giocate (in questo caso i mancati versamenti sarebbero nell’ordine delle decine di migliaia di euro).
L’operazione, che ha coronato complesse indagini coordinate dal pm Massimiliano Bolla e delegate all’aliquota della guardia di finanza della Sezione di pg in collaborazione con il locale nucleo di polizia economico-finanziaria, aveva preso appunto le mosse da un esposto per peculato presentato da un concessionario di slot machines per il mancato versamento del PREU (Prelievo Erariale Unico) da parte di una società gestore. I successivi accertamenti avrebbero poi permesso ai finanzieri di ricondurre a Cetriolo e alla moglie la società, le cui quote di proprietà e amministrazione risultavano formalmente in capo ad una prestanome.
Attraverso le indagini gli investigatori sarebbero poi riusciti a far emergere i vari passaggi occulti che i coniugi avrebbero realizzato nel corso degli anni, attraverso i vari soggetti economici costituiti ad hoc ed amministrati da teste di legno, con l’unico scopo di permettere la schermatura del loro patrimonio. Oggetto della sottrazione al Fisco – oltre alle ben avviate attività commerciali, note nel campo delle slot e delle sale giochi – sono, secondo l’accusa, anche i beni strumentali del caffè Duomo di Savona, rientrato recentemente nella disponibilità degli indagati al termine di un lungo contenzioso civile.