Doppio filone

Frode fiscale e reati ambientali: ecco l’operazione della Guardia di Finanza, 3 arresti

Altre persone indagate nell'ambito dell'indagine sui rifiuti, numerose perquisizioni in Val Bormida e a Savona

finanza fg riciclaggi

Savona. Sono cinque in tutto le persone colpite da una misura cautelare nella vasta operazione condotta dalla Guardia di Finanza contro i reati ambientali e fiscali che ha riguardato sia i rapporti tra la Fg Riciclaggi e una cooperativa di lavoro, la Eco Coop Scarl, così come il filone investigativo riguardante Ferrania Ecologia, società che gestisce il biodigestore e i miasmi prodotti dall’impianto, con la relativa emissione di sostanze nocive.

Numerose le perquisizioni tra la Val Bormida, il capoluogo savonese e la provincia di Cuneo: Claudio Busca, vice presidente dell’Unione Industriali di Savona, amministratore delegato della Fg Riciclaggi fino al 2014 e attuale consulente dell’azienda, e Narciso Cova, anche lui consulente aziendale della Fg (e considerato dagli inquirenti una sorta di factotum occulto), sono finiti in carcere; per Marta Rosso, impiegata contabile di un’altra società riconducibile ai Busca, sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per Claudia Busca, attuale ad di Fg Riciclaggi, e Leano Tardito, amministratore di Eco Coop, il gip del Tribunale di Savona Alessia Ceccardi ha disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza e di firma. Per le persone colpite da misura cautelare, in relazione alle rispettive posizioni di responsabilità all’interno delle due aziende savonesi, è stata contestata l’associazione per delinquere, finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (frode fiscale), per il periodo compreso dal 2011 al 2017.

Altre quattro persone, Laura Celestini, responsabile amministrativa Fg Riciclaggi, e tre ex amministratori della Eco Coop tra il 2011 e il 2016, Diego e Carlo Pizzorno e Stefano Caviglia, sono state invece indagati a piede libero. La prima per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, gli altri tre per emissione di fatture per prestazioni inesistenti.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Vincenzo Carusi, trae origine da una attività ispettiva di polizia economico-finanziaria condotta nei confronti di una cooperativa di lavoro, la Eco Coop appunto, emersa – al termine degli accertamenti condotti – come soggetto economico fittizio. Durante la verifica fiscale, i finanzieri hanno accertato che la società di riciclaggio e smaltimento rifiuti, al fine di ottenere vantaggi fiscali e contributivi, aveva creato ad hoc la cooperativa deputata alla formale assunzione dei lavoratori: questi ultimi, già dipendenti della società, venivano assunti dalla cooperativa continuando a svolgere, tuttavia, le stesse funzioni. Era sempre la cooperativa che, poi, fatturava alla società il costo delle prestazioni, senza procedere – se non in minima parte – al pagamento delle imposte e contributi dovuti.

Questo escamotage ha consentito – nel tempo – alla società di portare in deduzione dal proprio reddito i costi relativi alle prestazioni fittiziamente rese dalla cooperativa e, contestualmente, risultare in regola con il DURC (Documento Unico Regolarità Contributiva), attestazione necessaria per poter partecipare agli appalti pubblici.

Nel corso dell’operazione, che vede coinvolti – a vario titolo – circa quindici indagati, sono stati anche sottoposti a perquisizione un impianto industriale utilizzato per la trasformazione dei rifiuti ed un’area ubicata nel territorio della provincia di Cuneo, ove risulterebbe stoccato “compost”, materiale organico proveniente dalla raccolta differenziata urbana (“umido”), risultato dagli accertamenti, invece, rifiuto speciale.

Al vaglio delle Fiamme Gialle numerosa documentazione afferente ad analisi commissionate a laboratori chimici per qualificare la natura del “compost”. Sequestrati beni e valori per oltre 1,7 milioni di euro.

Ci sono poi anche altri nove indagati ai quali vengono contestati anche reati ambientali, connessi alla lavorazione, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti non conforme alla normativa di settore. Inoltre, sempre nel corso del blitz, è stata perquisita anche l’abitazione di un ex dirigente di Arpal Savona, Pietro Zaottini. A suo carico il pm Vincenzo Carusi ha aperto un fascicolo per rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento (l’ipotesi è che possa aver informato Claudio Busca di controlli ambientali sul biodigestore di Ferrania).

Resta alta, quindi, l’attenzione della Guardia di Finanza per un comparto molto sensibile quale quello dei rifiuti, potenzialmente foriero di gravi irregolarità anche penalmente rilevanti, nel settore fiscale, ambientale e della spesa pubblica.

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