L'indagine

La truffa del re delle televendite, è Armando Salati il notaio savonese indagato

Falso in atto pubblico e concorso esterno nell'associazione a delinquere: sospeso dalla professione

Joanna Golabek e Giuseppe D'Anna

Savona. E’ il noto professionista savonese Armando Salati, notaio residente a Savona con studio a Genova, uno dei 23 indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del re delle televendite Giuseppe D’Anna e della sua famiglia, scoprendo quella che per gli investigatori è una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa contrattuale, alle ricettazione e al riciclaggio.

Il notaio savonese, secondo il quadro probatorio emerso dall’accusa, sarebbe stato il professionista di fiducia per le compagini societarie dei D’Anna, ‘rogando’ una sessantina di operazioni.

Al momento l’ipotesi investigativa è che in almeno due casi Salati fosse a conoscenza che del fatto che un’azienda veniva intestata ad un prestanome, ma al vaglio ve ne sarebbero altri.

I carabinieri questa mattina sono andati nel suo ufficio in piazza Colombo sequestrando parecchie carte. L’ipotesi di reato è falso in atto pubblico e concorso esterno nell’associazione a delinquere. Per lui è stato disposta la sospensione per sei mesi dall’esercizio della professione.

Emanuela Botto

Quello scoperto dagli investigatori con l’operazione ribattezza “Dynasty” ripercorre proprio il giro d’affari che consentiva al capostipite della famiglia D’Anna, Giuseppe (finito ai domiciliari perché ha raggiunti i 70 anni), al figlio Ruben, alla sorellastra Johanna e alla fidanzata di Ruben Emanuela Botta (tutti e tre in carcere da questa mattina) di fare la bella vita e che in parte veniva reinvestito in società fittizie intestate a prestanomi per proseguire il business.

Ma in cosa consisteva la truffa? La famiglia D’Anna, che da un anno e mezzo avevo trasferito la sede legale a Settimo Milanese così come gli studi della loro ‘La tv dei gioielli srl’ ,vendevano in tutta Italia attraverso le televendite che andavano in onda sulle loro frequenze ma anche su Sky, oro e diamanti dalle caratteristiche tecniche (di carati nel caso dell’oro, di qualità nel caso dei diamanti) nettamente inferiori a quelle che loro assicuravano agli ignari clienti a cui fornivano certificati falsi, spesso portati a mano a casa dai complici delle truffe.

Centinaia solo in questi ultimi anni i fascicoli arrivati nelle procure di tutta Italia, spesso archiviati perché i clienti venivano risarciti oppure rinunciavano alla querela.

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