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Pizzaiolo arrestato per terrorismo a Finale, il titolare: “Un insospettabile, se è vero ci ha ‘fregati’ tutti” fotogallery

Il giovane viene dipinto come un lavoratore esemplare: "Mai un problema, serio e disponibile. Siamo senza parole"

Finale Ligure. “Siamo rimasti stupiti, sicuramente con noi si è sempre comportato come un insospettabile”. Ancora non si capacita Joel Tagliapietra, uno dei titolari della pizzeria Dado Matto a Finale Ligure, dopo l’arresto con l’accusa di terrorismo del suo pizzaiolo egiziano, Hakim Antar, nell’ambito di un’indagine della Procura di Genova.

Il giovane, che era in Italia da almeno 10 anni e che in passato aveva lavorato anche in altre pizzerie della Riviera, è accusato di aver fatto su web attività di propaganda e proselitismo a favore dello Stato Islamico. Secondo gli investigatori, dietro una apparente facciata di perfetta integrazione ai costumi occidentali, avrebbe prestato la propria opera in una organizzazione a carattere familiare che si occupava appunto di diffondere i contenuti ricevuti dallo “al-Hayat Media Center”. E’ finito in manette questa notte alle 3, al termine di una operazione dei Ros, denominata “Taqiyya”, che ha portato all’arresto anche di altri due nordafricani, a Cassano d’Adda (MI) e Torino.

Un ritratto che contraddice completamente l’immagine che il giovane Hakim dava di sé a chi lo frequentava. “Una brava persona – spiega il suo datore di lavoro – che abbiamo aiutato a trovar casa quando gli abbiamo dato il posto. Siamo rimasti così… sappiamo anche che sono cose che capitano, si dice sempre che sono insospettabili ma possono capitare… sicuramente è più facile che capiti con un ragazzo di una certa provenienza piuttosto che un finalese”.

“Insospettabile” è il termine che ricorre più spesso nelle descrizioni del ragazzo. Mai un problema sul lavoro, un dipendente regolare: “Da quando l’ho conosciuto 9 mesi fa non posso lamentarmi di nulla – conferma Tagliapietra – Mai avuto un problema o una discussione, si è dimostrato educato e pienamente disponibile. C’è anche da dire che se non fosse stato così non lo avremmo mai preso a lavorare, quindi…”

Anche tra i suoi amici egiziani a Finale (molti facevano il suo stesso lavoro, e due vivevano con lui) c’è grande sorpresa per le pesanti accuse nei suoi confronti. “Lo abbiamo preso a lavorare proprio perchè aveva delle amicizie qua a Finale – spiega il titolare della pizzeria – suoi connazionali che però sono qui da 20 anni e che quindi consideriamo totalmente integrati. Quando qualcuno è qui da 20 anni, si dà per scontato che faccia un po’ di ‘selezione’… probabilmente, se le accuse sono vere, questa volta non è stato così e siamo rimasti ‘fregati’ tutti. Aveva ragione la Fallaci allora…”.

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