Savona. Lo scorso luglio era finita agli arresti domiciliari con l’accusa di produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti. Nel terreno di proprietà di una settantacinquenne savonese, G.P., nella zona del Santuario a Savona, i carabinieri avevano infatti trovato una struttura perfettamente attrezzata per la coltivazione di marijuana. Una vicenda che, per certi aspetti, aveva ricordato la trama del film “L’erba di Grace”.
La signora, difesa dall’avvocato Fabio Cardone, questa mattina ha chiuso questa vicenda patteggiando otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, al termine del processo per direttissima. La donna, coltivatrice biologica, fin dal primo momento aveva spiegato di non c’entrare nulla con un’attività di spaccio di droga, ma di aver coltivato la cannabis solamente a scopo terapeutico.
I militari nel corso dell’operazione antidroga avevano scoperto un orto in cui piantare i semi e far germogliare le piantine, un terreno in cui farle crescere, ma anche un container perfettamente attrezzato in cui farle maturare e fiorire. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, l’anziana aveva predisposto in una struttura fissa tre filari interrati o invasati, con un centinaio di piante di cannabis, nei vari stadi della crescita; in un container parzialmente interrato aveva creato, con fogli di carta argentata riflettente, lampade ad incandescenza e una ventola di aspirazione, l’habitat necessario per portare a maturazione e far fiorire un’altra ventina di piante di cannabis; in una porzione d’orto, infine, aveva seminato una decina di piante di cannabis.
In casa della donna erano stati trovati invece diversi chilogrammi di foglie secche e dell’olio di cannabis.