Savona. Gli arbitri della sezione Aia di Savona manifestano la loro solidarietà al collega Bolivie Wakam e condannano l’atmosfera di intolleranza che si sta sviluppando in questi giorni nel territorio savonese dopo l’annuncio dell’arrivo del nuovo campo profughi: “Questo clima è profondamente contrario allo spirito della nostra associazione e ai valori della convivenza democratica” dice il presidente della sezione savonese Fabio Muratore.
Il caso di Bolivie Wakam, 27 anni, originario del Camerun, è scoppiato ieri quando era stato scambiato per un profugo che aveva rubato la bicicletta, quando invece, studente universitario, aveva preso la bici che il campus savonese concede agli studenti, ma qualcuno ha frainteso…
“Lo sport è palestra di fratellanza: ci insegna a vivere in totale uguaglianza, con le stesse regole e gli stessi privilegi. Come arbitri, ci sentiamo chiamati a testimoniare e vivere questa uguaglianza anche fuori dal campo e oggi facciamo sentire la nostra voce in opposizione a ogni forma di discriminazione nata dalla paura e dall’ignoranza: non c’è un “noi” e un “gli altri”, perché l’altro siamo noi”.
Bolivie Wakam è in associazione da due anni: gli arbitri savonesi fanno presente la loro vicinanza in questa spiacevole vicenda.”A lui va il plauso comune della Sezione e degli associati per la coraggiosa scelta di studiare lontano da casa, sempre con il pensiero al suo paese e con la forte volontà di migliorare le condizioni di vita di quelle zone del pianeta: «per tutti noi Bolivie è un esempio e un fratello”.
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