Albenga. “Al dottor Ciangherotti che nella sua veste di consigliere comunale si erge a paladino del buon uso dei soldi pubblici debbo dire che anch’io sono stato per circa vent’anni, da metà anni ’50 a metà anni ’70 del secolo scorso, consigliere e anche assessore del comune di Albenga, ma non mi sono mai permesso di affrontare problemi, anche meno importanti, senza aver approfondito e conosciuto nella loro piena realtà le situazioni oggetto di discussione”. A parlare è l’avvocato Cosimo Costa, presidente dell’Istituto Internazionale degli Studi Liguri, che replica così all’ultimo attacco del consigliere di minoranza Eraldo Ciangherotti.
La guerra mediatica tra i due va avanti da giorni, da quando cioè Ciangherotti ha presentato una mozione per chiedere “maggiore trasparenza” nella gestione museale di Albenga. Tra le righe il forzista suggeriva “strani giri” di denaro (il Comune elargisce contributi a Fondazione Oddi, che a sua volta li rigira all’Istituto) e puntava il dito contro l’aumento delle cifre erogate negli ultimi anni. Frasi che Costa aveva bollato come diffamatorie, minacciando querela; la replica di Ciangherotti non si è fatta attendere, con un esposto in Procura per presunte “illegittimità”.
Una mossa che ha scatenato una nuova reazione da parte di Costa. “Ciangherotti afferma di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica – scrive – non conosco i termini e le valutazioni in esso contenute, ma aspetto di conoscerle per poter rispondere nei dovuti modi anche in quella sede. La battaglia contro i mulini a vento instaurata dal dott. Ciangherotti alla don Chisciotte, si risolverà, dopo l’approfondito esame di tutta la contabilità alla base del rapporto di gestione dei musei tra l’Istituto e la Fondazione, con la conferma, ne sono sicuro, dell’esistenza di un debito della Fondazione verso l’Istituto di oltre 120.000 euro per spese vive sostenute per l’apertura dei musei”.
“Reiteriamo l’istanza già proposta – prosegue Costa – affinché il Comune, oltre a un attento esame dei conti tra l’Istituto e la Fondazione, controlli accuratamente come sono stati spesi i soldi pubblici degli albenganesi che il Comune ha versato alla Fondazione per l’apertura dei musei e che non sono stati ricevuti dall’Istituto, in particolare nel periodo in cui era assessore il dott. Ciangherotti. E forse allora anche la Procura della Repubblica, cui si è rivolto il dott. Ciangherotti, potrebbe avere interesse a dare uno sguardo”.
“Il dott. Ciangherotti afferma ancora che i musei di Albenga ‘sono la vera attrattiva della nostra città per il turismo proveniente da tutto il mondo’. Ne prendiamo atto. Non dice però grazie all’Istituto che li ha voluti, costituiti e mantenuti da oltre settant’anni. A proposito, ricordiamo, perché tutti lo sappiano, che l’Istituto alla fine degli anni ’80 – inizio anni ’90, quando il comune per alcuni anni non ha versato alcun contributo, ha tenuto aperti i musei con mezzi propri, potendo allora contare su altre entrate; ciò è costato all’Istituto più di 100 milioni di lire”.
“Nella precedente mia risposta il dott. Ciangherotti è stato invitato in senso lato a un ‘ravvedimento operoso’ per consentire allo stesso di uscire dal ginepraio in cui era entrato – conclude il presidente dell’Istituto – si precisa che in sede penale l’espressione esatta è ‘pentimento operoso’ denominato anche ‘ravvedimento post delictum’. Infine mi levi una curiosità il dott. Ciangherotti: a cosa allude e a chi si riferisce quando cita la frase ‘excusatio non petita accusatio manifesta’? Me lo spieghi”.