Liguria. Nuova protesta degli edili, con una rappresentanza degli oltre 4 mila lavoratori dell’edilizia che in questi ultimi anni hanno perso il posto è tornata in Consiglio regionale. L’ultima volta era il 23 ottobre scorso, ma “la Regione ha disatteso l’accordo sottoscritto proprio quel giorno”.
Un documento che si impegnava a dare un primo segnale, un piccolo respiro, “entro 15 giorni un certo numero di lavoratori sarebbero entrati a lavorare nel cantiere di messa in sicurezza di Fereggiano e Bisagno”.
Ad oggi, invece, nessuna notizia, anche se i contatti tra Regione e aziende appaltatrici sono in corso.Troppo lentamente, però, per alleviare la situazione della manodopera locale. “Questi lavoratori chiedono pane e lavoro, perché non c’è l’uno senza l’altro e viceversa. Questa è gente che ha perso l’occupazione, alcuni la casa. Sicuramente non ha perso la dignità. L’accordo scadeva venerdì scorso, deve essere rispettato”.
E la protesta degli edili, che ha provocato la sospensione dei lavori del Consiglio regionale, è stata una nuova occasione di scontro tra Raffaella Paita, capogruppo del Pd in Regione Liguria, e Giovanni Toti, presidente della Giunta.
La democratica ha accusato Toti per la scarsa presenza: “E’ impegnato – ha detto – vive in televisione”. Una nota polemica che non passata inosservata: “Oggi parliamo di edili e di lavoro che non c’è – ha detto Toti -, le colpe sono della giunta precedente e quindi anche di Paita. Si faccia una domanda e si dia delle risposte”.
“E’ legittimo che i lavoratori protestino, se la gente viene qui democraticamente a rappresentare le proprie esigenze è giusto che lo faccia”. Francesco Bruzzone, presidente del Consiglio regionale, spiega così la decisione di sospendere la seduta per ascoltare le ragioni dei lavoratori edili.
“Rischiamo – spiega – di non poter portare avanti la pratica di aggiustamento di bilancio e quindi che ci siano tanti liguri che ne escono danneggiati. Ma è giusto così”.
“Non sono d’accordo – conclude polemicamente Bruzzone – a costruire come in Comune a Genova un muro per non fare entrare la gente”.