La cerimonia

I 25 anni di episcopato di monsignor Mario Oliveri con il cardinale Bagnasco e altri quattro vescovi fotogallery

La festa dell'episcopato del presule di Campo Ligure con l'ombra degli scandali che hanno colpito la Diocesi di Albenga e Imperia

Albenga. Da Genova è arrivato il cardinale Angelo Bagnasco, poi da Chiavari Alberto Tanasini, quindi Tonino Suetta che è vescovo di Sanremo e Ventimiglia, quello emerito Martino Canessa e monsignor Guglielmo Borghetti, attuale coadiutore della stessa Diocesi albenganese.

Assente giustificato il vescovo savonese Vittorio Lupi che aveva già assunto un altro impegno proprio oggi che era il giorno della festa di monsignor Mario Oliveri. Il presule, 71 anni, originario di Campo Ligure, da 25 anni guida l’attività pastorale di Albenga e Imperia è stato festeggiato nella cattedrale di San Michele gremita all’inverosimile. Ma dalla Santa Sede sono arrivate anche le felicitazioni per il presule per il suo episcopato.

Tanti i sindaci del comprensorio che hanno voluto partecipare alla festa della “guida spirituale” della Chiesa di Albenga. Tra questi anche quello di  Albenga Giorgio Cangiano, di Imperia Carlo Capacci, accompagnato dal presidente del consiglio di Imperia Diego Parodi. Presente anche il capo di gabinetto della prefettura di Imperia Alessandra Lazzari.

L’annuncio della celebrazione eucaristica che si è svolta questa era arrivato domenica scorsa da “Ponente 7”, la pagina domenicale di Avvenire che tratta argomenti sulla vita della Diocesi di Albenga e Imperia.

Mario Oliveri, non rassegna le dimissioni, ma resta nella sua carica operativa, ma dalla primavera scorsa è spogliato dell’attività quotidiana e decisionale dopo l’arrivo, a marzo, di monsignor Guglielmo Borghetti.  E stamane ha detto: “Se ho sbagliato qualcosa Dio mi aiuterà”.

E sulla presenza del cardinale lo stesso Bagnasco ha detto: “Era giusto che io fossi qui insieme agli altri vescovi in questa giornata di festa”.

Il presule è stato inviato in Riviera da Papa Francesco per mettere ordine in una Chiesa, quella dell’albenganese, discussa e segnata dagli scandali e dalle inchieste per pedofilia. Non ultimo l’inserimento in seminario di don Francesco Zappella (ora parroco a Borghetto Santo Spirito ndr) nonostante una condanna per abusi sessuali su minore pronunciata dal tribunale di Pinerolo.  

Ma ci sono anche tanti preti e amici che descrivono Oliveri in modo diverso: “Un pastore dall’animo grande, dalla capacità di accoglienza senza limiti, dalle vedute tolleranti”, dice di lui un sacerdote che lo difende dalle accuse che sono piovute su questo lembo della Chiesa di ponente. Situazione che ha alla fine ha fatto indispettire Bergoglio che ha mandato prima il Nunzio Apostolico e poi un coadiutore ad Albenga. E nessuno dei vescovi che ha partecipato alla festa e neppure Bagnasco hanno voluto parlare.

Oliveri, alla soglia della pensione, ma non ancora pensionabile per le costituzioni vaticane, è considerato una istituzione per gli albenganesi. L’ha dimostrazione si è avvertita stamane quando sono arrivati fedeli anche dalle vallate dell’entroterra, ma anche da paesi lontani come Pieve di Teco, Dolcedo e Villa Faraldi.

La forma e la sostanza hanno fatto suonare a stormo verso Albenga le campane di un dissenso forte verso Oliveri ora affiancato dal vescovo Borghetti che era in servizio a Pitigliano.  Il presule di Campo Ligure era arrivato ad Albenga nel 1990  da una carriera diplomatica molto brillante, cui sembrava necessaria una sede vescovile solida per fare il gran salto, e invece è rimasto all’ombra delle Torri e nella cattedrale di San Michele a pascolare un gregge apparentemente quieto.

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