Accuse pesanti

“Fascicolo aperto ad aprile 2014, ma non ci sono proroghe”: Fotia chiede avocazione dell’indagine

L'avvocato Mammoliti si è rivolto alla Procura generale di Genova: "C'è strategia volta a distruggere persone che hanno dato fastidio ai poteri forti"

pietro fotia

Savona. Una richiesta di avocazione delle indagini. E’ quella che l’imprenditore Pietro Fotia, attraverso i suoi legali Pino Mammoliti e Giancarlo Pittelli, ha presentato alla Procura generale della Corte di Appello di Genova in riferimento al procedimento che lo vede indagato dalla Procura di Savona con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori, ovvero l’articolo 12 quinquies del decreto legislativo 306/1992, per una presunta “operazione di interposizione fittizia di quote sociali, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione”.

A spiegare il motivo della scelta di rivolgersi alla Procura generale è l’avvocato Mammoliti: “Il mio assistito denuncia nella richiesta di avocazione l’inerzia dell’ufficio di Procura che ha provocato notevoli danni economici allo stesso ed a decine di dipendenti. In buona sostanza l’indagine iniziata il 30/04/2014 a tutt’oggi è ancora nella fase delle indagini preliminari. Il tempo previsto dal codice per questo tipo di reato è di sei mesi salvo proroghe richieste dal pm ed autorizzate dal gip”.

Nel caso del procedimento sulla presunta intestazione fittizia dei beni, che nel marzo scorso si era concretizzata nel sequestro di tre aziende del Gruppo Fotia (la Scavo-ter, la P.D.F. e la Seleni), secondo i legali dell’imprenditore non c’è stata nessuna proroga delle indagini (come certifica un documento rilasciato lo scorso 20 ottobre dalla cancelleria gup del tribunale): “C’è stata una lunghissima attività di indagine senza né richiesta di proroga né successive autorizzazioni. In questo lunghissimo tempo si è determinata però la distruzione totale delle aziende e il rischio di un fallimento dell’imprenditore e dei suoi soci”.

Concetti che sono stati ribaditi questa mattina in tribunale a Savona, davanti al Collegio dei giudici, dove si è celebrata l’udienza per la richiesta di revoca del sequestro preventivo delle ditte P.D.F. e Seleni (appello avanzato da Fotia dopo che la decisione del tribunale di respingere la confisca dei beni dell’imprenditore è diventata definitiva).

“C’è da parte della Procura di Savona una precisa strategia volta a violentare le regole processuali, valide per tutti i cittadini italiani tranne che per i signori Fotia, pur di distruggere imprese e persone che con il loro talento ed i loro sacrifici, forse hanno dato e danno fastidio ai poteri forti che a Savona come nel resto d’Italia vorrebbero accaparrarsi tutti i lavori” attacca il legale di Pietro Fotia.

“Sono convinto che anche nella magistratura vi sono uomini seri e con la schiena dritta che dimostreranno che la loro non è una casta, ma un potere al servizio del cittadino, nessuno escluso. Per questo attendo fiducioso che la procura generale presso la corte di appello Genova faccia i suoi passi per frenare questa incomprensibili situazione di negazione dei diritti” conclude l’avvocato Pino Mammoliti.

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