Stallo completo!

Tirreno Power, nulla di fatto nel faccia a faccia azienda-sindacati: “Inaccettabile, pronti a forme di lotta” fotogallery

Richiesta di incontro con il Governo, il 14 aprile nuovo confronto con l'azienda

tirreno power corteo lavoro

Vado L. Situazione ancora di stallo nella difficile vertenza su Tirreno Power. E’ quanto è emerso nel confronto tra azienda e sindacati di categoria nell’incontro di ieri a Roma, nel quale era presente solo il direttore generale Massimiliano Salvi ma non gli azionisti come richiesto dalle organizzazioni sindacali.

Nessuna certezza sul futuro della produzione a carbone, in attesa che arrivino riposte dal governo e ci sia un seguito rispetto al tavolo tecnico del 25 febbraio scorso, quindi ancora massima incertezza sul futuro occupazionale del sito. Ad alimentare maggiore incertezza anche tutta la complessa partita dei ricorsi giudiziari in atto,che avranno tempi non certo brevi.

L’azienda ha dato qualche apertura generica relativamente al premio di risultato esteso anche agli altri lavoratori, premi di risultato congelati dal 2013, ma solo se le banche approveranno definitivamente il piano di ristrutturazione del debito previsto per l’azienda.

“Tutto questo è per noi inaccettabile! È inaccettabile attendere passivamente i prossimi mesi senza poter intervenire per una soluzione che metta in salvo i lavoratori. Non basta dire che nei prossimi sei mesi nulla accadrà! Con durezza abbiamo stigmatizzato un atteggiamento che, a partire dai premi erogati a pochi, passando per taluni atteggiamenti di dirigenti aziendali presenti negli impianti, sta provocando reazioni pericolose per tutti” dicono le organizzazioni sindacali di categoria.

“Se la situazione è complicata, le provocazioni non aiutano e esasperano gli animi più di quanto già non lo siano. Abbiamo quindi chiesto di rivedere alcune decisioni, sempre in attesa di trovare soluzioni positive e condivise, al fine di rasserenare gli animi con atteggiamenti più responsabili. Tenuto conto dell’assoluto stallo di questa pesante vertenza, abbiamo chiesto di incontrare il nuovo Direttore Generale per tentare di lavorare ad un percorso diverso da quello che si prospetta oggi”.

“Non vogliamo comunque abbandonare la strada che ci ha portato al confronto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri perché ci sembra impossibile che non si riesca a trovare una soluzione che faccia ripartire una centrale che non ha mai superato i limiti emissivi”.

Un nuovo incontro tra azienda e sindacati è stato convocato per il prossimo 14 aprile: “Successivamente convocheremo le rappresentanze regionali e degli impianti per decidere, in assenza di novità, le adeguate e pesanti forme di lotta. Purtroppo la situazione diventa ogni giorno più difficile e nessuno sembra assumersi la responsabilità di dare una svolta alla vicenda. Per parte nostra, useremo tutto il senso di responsabilità di cui disponiamo, ma non staremo certamente a guardare. I lavoratori non hanno colpe: una soluzione cercheremo di trovarla facendo uso di tutte le energie che abbiamo” concludono i sindacati di categoria.

Rimane anche lo stato di agitazione ed il blocco degli straordinari, con il Prefetto di Savona che ha convocato un incontro per il prossimo 2 aprile, alle ore 11:00, nell’ambito della procedura di conciliazione. Quella sarà una occasione di confronto a livello locale per capire se qualcosa di concreto comincia a muoversi, oppure se bisognerà già ragionare nella prospettiva di una chiusura della centrale a carbone di Vado Ligure.

“Servono garanzie per il futuro, ora che lo svuotamento del carbone sta per essere completato e che le attività di manutenzione sono partite, deve arrivare una risposta chiara e definitiva, anche perché la situazione dei lavoratori è davvero esasperata dopo mesi e mesi di stallo” commenta Maurizio Perozzi della Rsu-Cisl.

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