Albenga. “Il titolo di vescovo della diocesi di Albenga resta a Mario Oliveri, ma sarò io ad avere i pieni poteri“. Lo ha detto il vescovo Guglielmo Borghetti coadiutore della Diocesi di Albenga e Imperia, nel giorno del suo insediamento ufficiale. Borghetti, parlando con i cronisti, ha fatto riferimento all’articolo 381 del codice di diritto canonico che recita: “Compete al Vescovo diocesano nella diocesi affidatagli tutta la potestà ordinaria, propria e immediata che è richiesta per l’esercizio del suo ufficio pastorale, fatta eccezione per quelle cause che dal diritto o da un decreto del Sommo Pontefice sono riservate alla suprema oppure ad altra autorità ecclesiastica”.
Da che cosa inizierà allora Borghetti? Il vescovo ausiliario ha facoltà speciali, coordinerà l’economato, nominerà sacerdoti e sistemerà anche il seminario. “Sono appena arrivato e conosco poco questa realtà, ma mi metterò subito al lavoro. Certo cercheremo di fare le cose per bene con l’aiuto del Signore e sopratutto con la giusta calma”.
“Il mio mandato rappresenta un governo pieno nella Diocesi, secondo i criteri di potestà ordinaria tipiche del vescovo in carica, alla guida della comunità diocesana a 360°. Tuttavia ribadisco che la mia funzione sarà nel segno della fraternità. Cambiamenti sì, ce ne saranno e bisognerà attivarsi con impegno e attenzione” aggiunge.
I sacerdoti che oggi hanno assistito alla sua prima celebrazione in seminario hanno detto espressamente che per la Diocesi di Albenga “inizia una rivoluzione copernicana”. E Borghetti ha ripetuto il suo motto “Servire il Vangelo per la speranza del mondo”.
E alla messa c’era anche il vescovo Mario Oliveri che però non ha voluto parlare con i giornalisti. E c’è attesa per sapere quale sarà la sua reazione alla Bolla papale e all’assunzione di pieni poteri da parte del coadiutore Borghetti.