Sciopero del pubblico impiego, presidio davanti alla Prefettura: “Per noi solo tagli, senza contratto da 6 anni”

Savona. Come previsto hanno sfidato il maltempo e si sono ritrovati in piazza per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti e per una vera riforma della pubblica amministrazione. I lavoratori del pubblico impiego aderenti alla Cisl, che oggi scioperano per tutto il giorno, questa mattina hanno organizzato un presidio sotto la Prefettura.

“Il tempo non ci aiuta però siamo qui per far sentire la nostra voce rispetto al fatto che i lavoratori pubblici vogliono le riforme della ‘macchina’ dello Stato, ma vogliono confrontarsi con il Governo. Fino ad oggi si è parlato tanto di riforme in realtà abbiamo subito solo tagli, dagli organici alle risorse, e il mancato rinnovo del contratto che ormai è scaduto da oltre sei anni” spiega Domenico Manferra, segretario della Cisl funzione pubblica di Savona-Imperia.

“Abbiamo chiesto di incontrare il Prefetto per spiegargli le ragioni di questa iniziativa nazionale della Cisl funzione pubblica. Chiediamo la riapertura del tavolo contrattuale e per la riforma della pubblica amministrazione. E’ necessario riorganizzare per migliorare i servizi ai pubblici cittadini, ma bisogna anche valorizzare le tante professionalità che ci sono nella pubblica amministrazione. E rinnovare il contratto è il primo passo per ridare valore al lavoro pubblico” conlcude Manferra.

L’astensione riguarda i lavoratori della pubblica amministrazione, tra cui anche quelli della scuola. “Come tutto il comparto pubblico anche noi da 6 anni non abbiamo il rinnovo del contratto, ma in questi 6 anni il lavoro si è appesantito – spiega Gianni Garino, di Cisl Scuola – e il rinnovo potrebbe davvero leggere la nuova situazione e dare quelle risorse e quelle soluzioni che la scuola si merita, perché la scuola è un bene pubblico a servizio del paese”.

Il rinnovo del contratto sicuramente il primo passo, continua Garino, ma le questioni sarebbero diverse: “In sostanza noi chiediamo che per tutto il personale ci siano quelle migliorie che meritiamo, e in questo modo possiamo migliorare e definire meglio il servizio che facciamo nella formazione del cittadino del domani”.

Sul banco degli imputati, ad esempio, la questione degli scatti salariali di anzianità, che nella “Buona Scuola” varata dal governo Renzi verrebbero ridefiniti in scatti di competenza: “Noi vogliamo partecipare alla costruzione di un sistema che dia un valore a questa assegnazione del merito, che come è definita e disegnata nella riforma non va bene, perché si metterebbero in competizione gli insegnanti e il personale l’uno contro l’altro per una miseria di 60 euro mensili, che sono davvero pochi. Quando invece sappiamo che nella scuola il lavoro che conta è quello della comunità, il lavoro collaborativo, di responsabilità comune e di condivisione del lavoro, per portare avanti nel miglior modo possibile la formazione degli alunni”.