Economia

Maersk, da Taranto a Vado l’impianto per la costruzione dei cassoni. Miazza: “Decollano i lavori” fotogallery

Da Taranto a Vado Ligure, 14 giorni di navigazione. L’impianto di costruzione dei cassoni per la realizzazione della piattaforma container è arrivato nel cantiere della Maersk e sarà operativo dal prossimo mese di gennaio, una volta completati i lavori propedeutici per il suo utilizzo.

Un impianto galleggiante che permette l’edificazione dei cassoni: è composto da un grosso vascone di cemento armato sul quale sono montate sei torri in acciaio, e su queste torri sono posizionati quattro carroponti e una gru di tipo edile. Ai carroponti sono agganciate delle “casseforme” che progressivamente compongono il cassone con getti di calcestruzzo.

L’impianto, di una ampiezza di 46 metri per 38 e un’altezza di 56 metri di cui 5 sott’acqua, può realizzare contemporaneamente due cassoni lunghi 28 metri e alti 27 metri. Una volta completa la procedura c’è il varo del cassone. Sarà in grado di produrre tre-quattro cassoni al mese, secondo una tempistica media: in tutto cento cassoni che saranno utilizzati come basamento della piattaforma multipurpose.

Quattordici i giorni di navigazione per arrivare nel bacino di Vado Ligure, 750 miglia percorse a traino del rimorchiatore Brucoli, al quale si sono aggiunti altri due rimorchiatori di Savona, in prossimità della rada, per le operazioni di avvicinamento finale e di attracco.

Con l’arrivo dell’impianto la realizzazione della piattaforma decolla, con una accelerazione dei lavori. L’impianto sarà posizionato in testa alla diga del porto, all’interno di una apposita darsena di protezione in fase di costruzione con il versamento di pietrame. Formata da quattro cassoni, la darsena non appoggia direttamente sul fondo, ma su una piccola montagna di detriti posizionata sul fondale. Quei detriti che provengono, in parte, dai lavori del Terzo Valico.

Per la massima tutela ambientale, le terre cosiddette di risulta dei due grandi cantieri in attività in Liguria, Terzo Valico appunto ma anche Aurelia Bis, secondo un protocollo approvato da Arpal e Regione, è previsto siano prima esaminate e controllate e solo dopo conferite al cantiere della piattaforma. Nelle prossime settimane, i lavori si concentreranno sulla realizzazione di una darsena di contenimento e protezione dell’impianto, formata da quattro cassoni. Solo successivamente l’impianto potrà iniziare a produrre i primi cassoni.

“L’impianto ha una importanza fondamentale nei lavori di prosecuzione della piattaforma – ha detto il presidente dell’Autorità Portuale di Savona Gianluigi Miazza -. Nei prossimi giorni l’ormeggio dell’impianto sarà completato con le opere che consentiranno di renderlo operativo per il prossimo anno, procedendo a pieno ritmo con il cronoprogramma dei lavori”.

Miazza, insieme all’ingegnere capo dell’Autorità Portuale Flavio De Stefanis, ha sottolineato come l’impianto realizzato da GLF sia il più grande in Mediterraneo e probabilmente in Europa. “Ringrazio – ha ancora aggiunto – la Capitaneria di Porto per la fattiva collaborazione data anche in questa occasione, rimorchiatori, ormeggiatori e i piloti che hanno consentito con il loro lavoro l’arrivo e la non semplice manovra di ormeggio dell’impianto. Vado Ligure poi, con questo impianto di altissimo valore tecnologico, avrà anche il ruolo di vetrina internazionale dell’eccellenza produttiva italiana nel settore”.

Fincosit ha infatti sviluppato da più di 50 anni una tecnologia per la prefabbricazione dei cassoni in mare, su piattaforme che vengono affondate via via che procede la costruzione del manufatto.