Savona. La vicenda che ruota intorno al sequestro dei beni di Leonardo Paradiso, detto “Provolino”, l’ex ristoratore e gestore di locali della Darsena di Savona, si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa mattina davanti al Collegio del tribunale è stata discussa la misura di prevenzione, che si concretizzerebbe nel sequestro di tre immobili (uno a Plodio, uno a Quiliano e uno a Prato Nevoso), per la moglie dell’uomo. Un provvedimento che, in realtà, era già stato discusso salvo poi essere annullato “per motivi formali” dalla Corte d’Appello.
I giudici, nel confermare invece il sequestro di tutti gli altri beni del patrimonio di Paradiso, avevano infatti rilevato che nell’udienza per l’applicazione della misura di sorveglianza, pur essendo intestataria di alcuni degli immobili dei quali si chiedeva la confisca, la moglie dell’ex ristoratore non era stata convocata per assistere al contradditorio. Una circostanza che, per la Corte d’Appello, imponeva al tribunale di Savona di ripetere il procedimento.
Questa mattina il pubblico ministero Ubaldo Pelosi ha quindi chiesto per la seconda volta il sequestro degli appartamenti di Plodio, Quiliano e Prato Nevoso sostenendo che i tre immobili siano stati acquistati con denaro di provenienza illecita. Una tesi che è stata invece respinta dal difensore della donna, l’avvocato Francesca Rosso, secondo cui gli alloggi in questione erano stati comprati con il contributo di alcuni famigliari. Terminata l’udienza il Collegio si è riservato di decidere.
Seguire le vicende giudiziarie del patrimonio di Paradiso tra sequestri, confische, sentenze e dissequestri non è facile. Allo stato infatti esiste una confisca proposta dalla Dia e concessa dal tribunale di Savona il 21 marzo 2013. Contro questa decisione i legali dell’ex esercente avevano presentato ricorso alla Corte d’Appello di Genova che aveva appunto confermato la misura per l’uomo, ma annullato quella per la moglie. Gli stessi beni poi, sequestrati dal gip di Savona Fiorenza Giorgi ad agosto 2012, restituiti a settembre 2012 dal Riesame di Savona, di nuovo sequestrati il 12 ottobre dello stesso anno in contemporanea con l’arresto dell’uomo da parte della Guardia di Finanza, erano anche stati parzialmente dissequestrati dal gup di Milano con una sentenza di giugno 2013.



