Savona. Chiude ancora in rosso ma senza ulteriori aggravamenti, il bilancio anagrafico di inizio 2014 per il sistema delle imprese savonesi. In un periodo che tradizionalmente consegna un bilancio negativo all’anagrafe delle Camere di commercio, il saldo del primo trimestre 2014 (-203 imprese) si segnala per una sostanziale stabilità rispetto al 2013, quando all’appello mancarono 204 imprese.
A fronte di 577 iscrizioni si sono registrate 780 cessazioni, con una perdita percentuale dello 0,65% nella consistenza numerica complessiva delle imprese iscritte al registro camerale di Savona. La stessa flessione era stata registrata nel primo trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A livello regionale ligure le iscrizioni nel primo trimestre 2014 sono state 3.012 e le cessazioni 3.938, con un saldo negativo di 926 imprese che si è tradotto in una diminuzione dello 0,56% nel totale delle imprese iscritte, attestate al 31 marzo scorso a quota 163.350. L’andamento per provincia vede una minore “sofferenza imprenditoriale” per Genova (-0,45%) e La Spezia (-0,51%), mentre Imperia ha perso lo 0,85% del proprio stock di imprese.
All’interno di questo dato complessivo, c’è da registrare il peggioramento del settore artigiano, che in provincia di Savona, tra gennaio e marzo, ha registrato 173 iscrizioni e 312 cancellazioni, con un saldo negativo di 139 imprese che ha causato la perdita di quasi un punto e mezzo (-1,45%) nel totale delle imprese artigiane iscritte al registro camerale. Il dato percentuale è il peggiore tra le 4 province liguri: Genova –0,75%, Imperia –0,88%, La Spezia –1,01%). Il totale delle imprese artigiane in Liguria è sceso a quota 45.548, con una flessione dello 0,95% tra il 31 dicembre 2013 e il 31 marzo scorso.
E’ questo il quadro che emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere, la società di sistema delle Camere di Commercio italiane. Il dato nazionale segnala nel primo trimestre un saldo negativo (-24.490 imprese) che si confronta con la perdita di oltre 31 mila imprese registrata nel primo trimestre del 2013. Sul risultato ha influito, in particolare, il rallentamento delle cancellazioni (10 mila in meno rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, pari ad una contrazione del -6,7%), un dato che ha compensato fortemente il lieve calo delle iscrizioni (circa 3 mila unità in meno rispetto al primo trimestre 2013, il 2,7%). In conseguenza di queste due dinamiche, lo stock delle imprese esistenti a fine marzo si attesta a 6.012.366 unità, di cui 1.390.064 (il 23,1%) artigiane.
Guardando lo Stivale, tutte le regioni – con l’unica eccezione del Lazio, stabile – evidenziano saldi negativi, con in testa Friuli Venezia-Giulia (-1,17%), Marche (-0,81%) e Piemonte (-0,78%). Tra i settori, saldi positivi si registrano unicamente nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.817 unità, per una crescita superiore all’1%), nell’assistenza sociale (+332) e nella fornitura di energia (+213). Rispetto al trimestre 2013, pur continuando a far registrare un segno “meno” davanti al proprio saldo, i tre settori più numericamente più consistenti dell’economia evidenziano tutti un’inversione di tendenza, con perdite dello stock più contenute rispetto a dodici mesi fa: le costruzioni (-0,98% contro -1,40%), il commercio (- 0,45% contro -0,59%) e le attività manifatturiere (-0,65% contro -0,88%).