Vado Ligure. Un grande terrapieno, a suggerire le dimensioni di quella che sarà la futura piattaforma contenitori di Vado. Gli ormai famosi “cassoni” che sorreggeranno la parte sull’acqua. E, tutto intorno, un cantiere in piena attività. Questo lo scenario che si presenta ai visitatori durante il sopralluogo di questa mattina sul sito della piattaforma Maersk, dove viene mostrato lo stato di avanzamento dei lavori.
“L’evidenza di riva c’è tutta – conferma Carlo Merli, amministratore delegato di Apm Terminals – ma al di là dell’impatto imponente del terrapieno e dei cassoni, oggi c’è un’attività intensa e anche tecnicamente molto qualificante sul fondo marino. Quello che stiamo facendo è preparare il fondo del mare per la successiva posa dei cassoni in condizioni di stabilità in continuo. Il processo sta andando a regime e si sta svolgendo sia fuori acqua che sotto acqua”.
“Quello che colpisce – dice Gian Luigi Miazza, presidente di Autorità Portuale – è il poter finalmente percorrere fisicamente quanto fatto fino ad oggi. Credo sia la cosa migliore da poter esibire”. Ora la tabella di marcia del 2014, oltre all’estensione e all’innalzamento del terrapieno per arrivare alla quota di regime, prevede proprio l’arrivo dell’impianto a cassoni. La piattaforma infatti sarà un grande rettangolo, metà del quale poggiante sul terrapieno e metà su 104 cassoni, posati in mare nella zona della diga foranea, che costituiranno l’impalcate della parte in mare.
Miazza traccia poi la tabella di marcia: “Nella seconda metà di quest’anno verranno accorpati i due pontili petroli, e a fine anno è prevista la demolizione di quello di Esso, che confluirà poi definitivamente sulla piattaforma. Inoltre già quest’estate dovrebbe partire anche il cantiere sovrappasso, che collegherà quindi quest’area alla parte ferroviaria retrostante”.
Difficile, spiega Merli, dare una percentuale di avanzamento lavori: “Dipende anche dal taglio che uno vuole dare, avanzamento in termini di spesa o di attività. Siamo nella fase di salita della cosiddetta “curva S” di un cantiere: in generale l’attività di un cantiere ha una prima fase piatta, un’impennata e un ulteriore appiattimento. Noi siamo oggi nella fase di impennata. Noi puntiamo ad avere la banchina pronta entro la primavera del 2017”.
Merli dice di non temere più ostacoli, nonostante qualcuno provi ancora a fermare la piattaforma: “Secondo me non ce ne sono più da un po’ di tempo. Il processo è in atto, e mi sembra di aver percepito che anche un certo tipo di resistenze, di natura tra l’emotivo e il politico, siano state progressivamente rimosse. Siamo molto tranquilli”.
Uno dei punti chiave perché il territorio accetti definitivamente l’opera sarà quello dell’occupazione. Miazza snocciola i numeri: si parla di 400 persone all’avvio, per arrivare a 640-650 a regime. Merli conferma: “I numeri sono quelli, sia nel nostro business plane che negli impegni che abbiamo con Autorità Portuale – garantisce – Sono gli stessi che diciamo da anni: sono numeri costruiti all’interno di un piano finanziario di un’impresa che deve capire se guadagnerà o no dal fare questa piattaforma, e poi c’è un esplicito accordo e un contratto concessionario con l’Autorità Portuale in cui ci siamo impegnati ad impiegare persone e ad investire denaro. Quei numeri sono confermati”.
Resta da capire quanti di quei posti saranno realmente coperti da vadesi. “Ovviamente si cercherà quanto più possibile di analizzare la variabile locale, ma la cosa importante è che sono 640-650 posti di lavoro nuovi ed effettivi nell’area di Vado”, dice Miazza. E Merli spiega: “Noi speriamo che sia il più possibile occupazione in generale dell’area, non possiamo pensare che saranno tutti valdesi o quilianesi. Ma anche noi abbiamo interesse a che sia il più possibile personale di provenienza savonese e ligure: interesse dal punto di vista della responsabilità sociale, ma anche economico”.