Savona. Sabato 15 marzo, presso la sala Mostre del Palazzo della Provincia a Savona, il consolato generale dell’Ecuador a Genova, in collaborazione con la Provincia di Savona e l’Associazione Usei (Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia), ha inaugurato la mostra fotografica “De camino hacia la verdad – Il cammino verso la verità”.
L’intento della mostra è quello di portare a conoscenza al più vasto pubblico possibile il danno ambientale causato dalla società Chevron Texaco nell’Amazzonia ecuadoriana e le conseguenze sulla popolazione indigena residente.
L’Amazzonia ecuadoriana è una delle zone con le maggiori diversità naturali, etniche e culturali del pianeta. È la casa della più grande foresta tropicale del mondo. Perciò è stata denominata “Il polmone dell’Umanità”.
Texaco ha operato in Ecuador dal 1964 al 1992. In quel periodo è stata responsabile della fuoriuscita di almeno 71 milioni di litri di residui di petrolio e 64 milioni di litri di petrolio greggio in oltre 2 milioni di ettari di foresta amazzonica dell’Ecuador. L’acqua che le popolazioni bevono, nelle quali pescano e si lavano sono state pesantemente contaminate. Risultato: un disastro ambientale senza precedenti e il conseguente danno incommensurabile per la salute degli abitanti della zona.
La società statunitense Chevron, che ha assorbito la Texaco nel 2001, è la seconda più grande compagnia petrolifera degli Stati Uniti e la settima a livello mondiale e oggi rifiuta di assumersi la responsabilità del disastro ambientale causato dalla Texaco, la relativa bonifica e il risarcimento dovuto alle popolazioni danneggiate: pretende che il popolo Ecuadoriano paghi ciò che loro hanno inquinato!
Questo evento intende mostrare al mondo intero immagini attuali che evidenziano la verità: attualmente, dopo più di 20 anni dall’uscita della compagnia petrolifera dall’Ecuador, i segni dell’inquinamento e della sofferenza lasciati da Chevron Texaco nell’Amazzonia ecuadoriana sono ancora visibili: il suolo, il sottosuolo, i fiumi e le lagune, tutto è stato inquinato dai rifiuti petroliferi che continuano a causare danni irreparabili all’ambiente e alla vita degli abitanti della zona.
Questa non è una tragedia solo per la popolazione indigena residente, ma è una tragedia per tutta l’umanità.
L’accesso alla mostra, che resterà aperta fino a lunedì 24 marzo, è libero e gratuito durante i giorni feriali dalle ore 15 alle 18.