Vado Ligure. Il Ministero dell’Ambiente ha giudicato “non accoglibile” la richiesta della centrale Tirreno Power di Vado Ligure di poter utilizzare per l’accensione olio combustibile con percentuale di zolfo di oltre tre volte quella prevista dall’Aia.
Il Ministero preciserebbe che tale modifica “costituisce un pregiudizio della qualità ambientale” e comporterebbe “un aggravio ambientale di per sé”. Questo rifiuto arriva dopo nove mesi dalla richiesta di aggiornamento da parte dell’azienda che, lo scorso 3 giugno, in assenza di risposta dal Ministero, comunicò l’applicazione della modifica.
Già a partire dal 25 luglio scorso, Uniti per la Salute, associazione aderente alla Rete Savonese Fermiamo il Carbone, scrisse al Ministero tre note specificando tra le altre cose: “Si fa presente che la modifica proposta, andando ad incidere sostanzialmente sulla percentuale di zolfo contenute nell’Ocd (da 0,3% ad 1%), avrebbe tra le conseguenze, anche quella di concentrare nelle fasi di avviamento un utilizzo di olio con tenore di zolfo superiore di oltre il 300% rispetto a quanto autorizzato in sede di Aia (si consideri inoltre che, come affermato nella citata nota dell’azienda ‘nella marcia a carbone oltre che nella fase di avviamento l’Ocd è utilizzato come stabilizzante durante l’esercizio a potenza…’)”.
“In ogni caso – aggiunse – è nostra motivata convinzione che, per la quantità e la qualità della modifica proposta, questa costituisca una variante sostanziale che dovrebbe essere sottoposta ad autorizzazione ordinaria e comunque discussa in una nuova conferenza dei servizi”.
La Rete Savonese Fermiamo il Carbone e il MoVimento 5 Stelle Savona, alla luce di quanto accaduto, formulando alcune domande.
In primo luogo, si chiedono: “È normale che con tanti enti e persone a vario titolo preposti ai controlli per la finalità di tutela dell’ambiente, del territorio e in definitiva della salute, la richiesta di chiarimenti su un punto così importante sia partita da un’associazione di semplici cittadini?”.
“È logico – proseguono – che il Ministero impieghi ben nove mesi per dichiarare non accoglibile la richiesta di modifica definendola sostanziale, cosa che, come visto, era già palesemente evidente nella nota inviata da Uniti per la Salute lo scorso 25 luglio?”.
“La ritardata risposta ha permesso a Tirreno Power, secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda il 28 maggio, di bruciare per oltre sei mesi (fin dallo scorso 3 giugno) olio combustibile denso con tenore di zolfo triplo rispetto a quello autorizzato in sede di Aia. Visto che lo stesso Ministero avrebbe definito la modifica come ‘pregiudizio della qualità ambientale’ e ‘un aggravio ambientale di per sé’, è legittimo domandarci – concludono -: chi ne risponde alla popolazione che vive nel territorio?”.