Savona. Si sarebbe dovuto discutere questa mattina l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Naomi Nardo, la ragazzina savonese di 12 anni, stroncata nel settembre del 2010 all’ospedale Gaslini di Genova da una grave forma tumorale che l’aveva colpita nel 2002, scatenata da un melanoma, che aveva nel corso degli anni minato il suo fisico minuto. Vista la richiesta di proroga da parte dei periti l’udienza fissata per questa mattina davanti al giudice Donatella Aschero è stata rinviata.
I consulenti (Antonio Osculati dell’Istituto di medicina legale di Varese e Claudio Favre oncologo pediatrico all’ospedale di Pisa) con la loro perizia dovranno stabilire se la la patologia che ha ucciso Naomi poteva essere identificata in tempo e se le cure sono state adeguate. L’ipotesi di reato è che ci sia stata un’errata diagnosi. Con l’accusa di omicidio colposo sono ora indagati sette medici del San Paolo (due del reparto di anatomia patologica) e del Gaslini di Genova, ma con posizioni completamente diverse, tanto che per alcuni di loro lo stesso perito nominato dal pubblico ministero Chiara Maria Paolucci non avrebbe ravvisato profili di responsabilità.
