Andora. E’ stato colpito violentemente e ripetutamente con un oggetto contundente, prima che il suo corpo venisse avvolto dalle fiamme. Giovanni Vassallo, il sessantottenne trovato carbonizzato nella sua casa in via Leopardi ad Andora, aveva lo sterno sfondato e diverse costole rotte, oltre che una lesione cranica. Elementi che sono emersi durante l’autopsia eseguita ieri mattina dal medico legale Marco Salvi e che hanno confermato (anche se in realtà i dubbi erano pochi) che ci si trova davanti ad un caso di omicidio.
Le ferite rilevate sul corpo di Vassallo durante l’esame autoptico provano che l’uomo è stato aggredito da qualcuno, forse la stessa persona che poi ha appiccato l’incendio per cancellare le prove del delitto. Proprio sulle origini del rogo mancano ancora delle certezze: gli inquirenti non hanno ancora avuto risposte precise dai vigili del fuoco in proposito. Nonostante i numerosi accertamenti i pompieri non sono riusciti a capire se l’incendio sia stato alimentato grazie ad un qualche solvente o se l’origine sia da ricercare altrove.
In Procura continua ad essere mantenuto grandissimo riserbo sull’indagine che procede a ritmo serrato. Sul fronte dell’arma usata dal killer per colpire Vassallo sembra che l’ascia, ritrovata ai piedi del cadavere, possa essere compatibile con le ferite. Per stabilire l’esatta causa della morte gli investigatori attendono l’esito dell’esame ematico: il livello di monossido contenuto nel sangue infatti aiuterà a capire se l’uomo sia morto per asfissia o se fosse già stato morto quando si è sviluppato l’incendio.
Un elemento utile per stabilire l’ora della morte dell’anziano potrebbe arrivare dalla testimonianza di due podisti che domenica sera correvano in quella zona. I runners avrebbero infatti sentito delle grida provenire dalla villetta dove abitava Vassallo.
Ieri intanto sono proseguiti gli interrogatori di parenti e conoscenti dell’uomo. In particolare è stato riascoltato per diverse ore un vicino di casa della vittima, ma al momento l’indagine resterebbe a carico di ignoti. Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Daniela Pischetola, stanno comunque lavorando senza sosta per risolvere l’enigma e dare un volto all’assassino.