Cronaca

Arrestato con 4 connazionali per sequestro e rapina di una lucciola: albanese patteggia 18 mesi

Albenga. Era finito in manette nell’ambito di un’inchiesta contro lo sfruttamento della prostituzione. Le accuse contestate ad un albanese, Emilijan Troci, 26 anni, arrestato insieme a quattro connazionali, erano gravi: rapina, concorso in sequestro di persona, in detenzione di pistola, in violenza sessuale e nello sfruttamento della prostituzione. Secondo l’accusa infatti il ragazzo aveva partecipato al sequestro di una lucciola albanese sulla via Aurelia ad Albenga. La giovane donna sarebbe anche stata segregata per due settimane dentro un appartamento di Albisola Superiore dove avrebbe anche subito abusi.

Questa mattina, davanti al Collegio, Troci (assistito dall’avvocato Tiziano Gandolfo) ha scelto di patteggiare un anno e sei mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Una condanna che non ha riguardato tutte le accuse che gli venivano contestate, ma quelle di rapina (per aver sottratto il cellulare alla lucciola), sequestro di persona e detenzione di arma. Troci è stato infatti assolto dalle accuse di violeza sessuale e sfruttamento della prostituzione.

Troci era stato arrestato nel dicembre scorso dai militari del nucleo investigativo del comando provinciale di Savona in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Prima di lui in carcere erano finiti tre fratelli Osman, Roland e Sabri Elezaj (ai quali era stata sequestrata anche una pistola calibro 22 nascosta all’interno del cruscotto della loro Bmw X5 fermata ad Albisola). Dopo di loro in carcere era finito Artan Elezaj, un loro cugino, e infine Troci.

Secondo quanto accertato dai militari, la banda “gestiva” l’attività di due connazionali che si prostituivano sulla via Aurelia ad Albenga. Lo sfruttamento delle due ragazze andava avanti almeno da novembre 2011. Ma il gruppo non si sarebbe limitato solo a sfruttare il “lavoro” delle giovani. Nel corso dell’indagine a loro carico era emerso infatti che, quando una delle due lucciole aveva manifestato l’intenzione di smettere di vendersi, gli albanesi non hanno esitato a sequestrarla.

La ragazza, nel mese di novembre, secondo l’accusa, era stata segregata nell’abitazione albisolese dei tre fratelli per quindici giorni. Periodo nel quale avrebbe subito diverse violenze fisiche visto che i suoi connazionali avrebbero abusato più volte di lei. Proprio per mettere fine a quelle terribili violenze (la donna sarebbe anche stata picchiata), la lucciola si era convinta a tornare “spontaneamente” sulla strada.