Cronaca

Albenga in piazza per l’ospedale, il sindaco: “Se Montaldo non fa un passo indietro, noi andiamo avanti”

Albenga. “Se Montaldo non vuole fare un passo indietro, noi certamente andiamo avanti”. Lo dice a chiare lettere il sindaco Rosy Guarnieri, con tanto di maglietta con lo slogan “Occupy ospedale di Albenga”, indignata (e questa volta in piazza, soprattutto in veste di presidente del Distretto Socio-Sanitario) contro le politiche della giunta regionale che intendono riclassificare il pronto soccorso albenganese a presidio di primo intervento. “Non è solo una questione di nome o di definizione, come vuol far credere l’assessore regionale – prosegue il cittadino, alla testa di circa 4 mila manifestanti – Il pronto soccorso del Santa Maria di Misericordia deve rimanere tale nella sostanza, perché tale è, un pronto soccorso; proprio questa è la sua esatta definizione”.

Rosy Guarnieri ha ribadito la posizione della città delle Torri e del comprensorio ingauno: “Montaldo dice che il sistema sanitario non è in grado di garantire quattro pronto soccorso in provincia, perché richiederebbero un investimento di milioni in personale, ma a ciò noi rispondiamo che Albenga dispone di tutte le figure previste per il mantenimento del pronto soccorso: la guardia attiva chirurgica, la guardia attiva medica, la reperibilità ortopedica, di alta specialità del Mioa, pubblica e non privata, che non comporterebbe quindi spese aggiuntive, la gestione autonoma del pronto soccorso ed oltre 30 mila prestazioni l’anno. Tutti elementi che dimostrano che il nostro ospedale è vivo, strutturato e funzionale per disporre di un vero pronto soccorso, non di un punto di primo intervento come vuole la Regione”.

Quanto alla proposta del Pd albenganese su un trasferimento delle funzioni del Santa Corona al nosocomio del ponente, il sindaco replica: “E’ un’idea pretestuosa che non fa altro che dividere i territorio, quando invece c’è bisogno di integrazione dei due presidi ospedalieri sui due diversi fronti”.

Molte le associazioni presenti al corteo, a partire dalla Croce Bianca (tra gli organizzatori) con il presidente Dino Ardoino, i comitati, gli operatori sanitari e le Rsu, le delegazioni politiche e religiose (non solo della diocesi, ma anche della comunità islamica), naturalmente tanti cittadini, compresi famiglie con bambini. Una ventina i sindaci del comprensorio. Gonfaloni, insegne e striscioni, ma non simboli politici per questa mobilitazione.

Il presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza, non risparmia parole al vetriolo all’indirizzo della Regione: “Purtroppo non siamo stati capaci di essere uniti mentre Genova ci stava rubando la salute: dalla Regione, togliendo un po’ qui e un po’ là, hanno indebolito il ponente ligure. Per loro oltre la Lanterna c’è solo la Francia. Ma qui in questo territorio d’estate ci sono 600 mila persone; è un comprensorio esteso, con tempi di soccorso che si allungano”.

“Si tratta di tempi di intervento, di distanze da coprire per le ambulanze, di vita o di morte – aggiunge il governatore provinciale – Genova non ci ha regalato nulla. L’ospedale lo abbiamo voluto e ce lo siamo pagati noi. A Genova si ricordano del ponente solo per tagliare, dall’ospedale al tribunale alle caserme dei carabinieri. Noi, però, abbiamo un’unica conquista: il Santa Maria di Misericordia. Lo dobbiamo tenere stretto, lo dobbiamo difendere uniti senza colori politici. E’ una lotta per i nostri figli”.

La voce del clero arriva da monsignor Giorgio Brancaleoni, vicario generale della diocesi Albenga-Imperia: “La salute riguarda tutti e non era possibile evitare di scendere in piazza. E’ un tema che unisce le persone, per la sua importanza. Ed è bello vedere tanta gente insieme, compatta nell’interesse di difendere un diritto primario. Albenga è litigiosa, forse, molte volte, ma quanto basta per non cadere nell’indifferenza”.