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L’esperto neozelandese di asparagi che vuole clonare il violetto d’Albenga

Asparago Violetto

Albenga. Gli studenti liceali del “Grassi” di Savona hanno studiato le peculiarità genetiche dell’asparago violetto di Albenga, nell’ambito del progetto Università-Coop “La memoria genetica dell’orto ligure”, in un’esperienza di educazione al consumo consapevole. Ma c’è chi vorrebbe carpire i segreti biomolecolari del (sinora) inimitabile violetto ingauno per clonarlo o comunque replicarne in laboratorio le qualità d’eccellenza.

E’ la sfida di Peter Falloon, ricercatore neozelandese specializzato, appunto, nella coltivazione degli asparagi, nonché direttore di un’azienda privata, la Aspara Pacific Ldt, che si occupa di selezioni agricole. Il professore è un’autorità riconosciuta nel settore specifico di questi vegetali, con oltre cento pubblicazioni scientifiche e ruoli in vari comitati scientifici. Venerdì prossimo al Teatro della Gioventù si svolgerà la presentazione dei risultati del progetto che ha coinvolto circa 200 studenti liguri: ad assistere all’evento ci sarà anche Falloon, a caccia di “segreti” per approfondire le possibilità di clonazione del violetto. E già qualche versione oceanica e americana, pur lontana dall’originale, ma in qualche modo simile, è stata diffusa in anni recenti.

Varietà unica al mondo e tutelato, inconfondibile per i germnogli carnosi ed il colore, unico nel sapore, il violetto è una delle imbattibili eccellenze agricole albenganesi. Sono le sue stesse caratteristiche genetiche a “blindarlo” nella sua specificità: l’asparago violetto ha 40 crosomi anziché 20, come gli omologhi, e non può incrociarsi con altre varietà: i figli risulterebbero sterili. Di fatto, non può – come si dice in gergo – imbastardirsi. Da qui le ricerche di Peter Falloon, che vorrebbe riprodurre il clone (o meglio una selezione identica) del violetto ingauno, grazie alla copia del suo corredo genetico. Secondo gli esperti, però, il pericolo vero per il violetto non è la clonazione, ma l’estinzione: è infatti coltivato complessivamente in poco meno di due ettari di terreno.

Il progetto “La memoria genetica dell’orto ligure”, condiviso dall’Università di Genova e da Coop Liguria, ha consentito a circa 200 studenti liguri, guidati da 22 insegnanti, provenienti da 10 scuole secondarie superiori, di partecipare ad un’esperienza di formazione e di didattica d’eccellenza su temi emergenti della ricerca scientifica, dagli Ogm al riconoscimento genetico di prodotti orticoli regionali. Con lo scopo di valorizzare e proteggere il patrimonio agro-alimentare ligure.