Cronaca

Vacanza a cinque stelle ad Alassio senza pagare il conto: venerdì a processo le turiste “scroccone”

Alassio pontile

Alassio. Una vacanza a cinque stelle senza pagare un centesimo. E’ il sogno di tutti, ma che, per due allegre quarantenni di Torino, si è trasformato in realtà.

I fatti risalgono all’estate 2008 (precisamente al periodo compreso tra il 25 giugno al 3 luglio) quando le turiste piemontesi hanno scelto come meta per le proprie ferie la rinomatissima Alassio, lasciandosi andare alla pazza gioia tra i negozi e gli hotel più esclusivi della città del muretto e senza mai sborsare un euro. In quei giorni, hanno collezionato una serie di bugie e di raggiri da far sembrare banale perfino la trama di “Tototruffa”, fino a quando non sono state messe di fronte alle proprie responsabilità.

Il processo a carico delle due donne (E.C. e M.C., entrambe di Torino), che si presentavano come stimate e benestanti cardiologhe, inizierà venerdì prossimo davanti al dottor Pisaturo presso il tribunale di Albenga (alla precedente udienza del 14 marzo 2011, il giudice Arnaud ha rinunciato all’incarico avendo rapporti di debito-credito con una delle parti offese, ossia con la titolare della farmacia, sua inquilina).

Qui dovranno rispondere dei loro acquisti disinvolti negli esercizi commerciali del budello alassino e del soggiorno a scrocco presso l’Hotel Enrico verso cui hanno un debito pari a 2500 euro. A cadere nella loro rete, e a lasciarsi affascinare dai loro modi garbati e aristocratici, sono stati, oltre al titolare dell’albergo, assistito dall’avvocato Alessandro Chirivì, ben dieci commercianti alassini.

Le due donne sono riuscite a raggirarli facendo acquisti nei negozi più esclusivi e lasciando il conto da pagare con la scusa di avere un problema temporaneo con le proprie carte di credito. In ogni esercizio commerciale, compresa la centralissima farmacia inglese, E.C. e M.C. hanno fatto acquisti per 300-400 euro per poi non farsi più vedere. Ora, però, pare sia arrivato il momento di pagare il conto, almeno con la giustizia. L’accusa per loro è di insolvenza fraudolenta.