Economia

Ricorso Tirreno Power, Vaccarezza: “Non si danneggi il lavoro fatto”. Atzori: “Preoccupato per le reazioni dell’azienda”

Tirreno Power

Vado Ligure. Un nuovo punto interrogativo grava sul progetto di ampliamento della centrale termoelettrica di Vado, con il ricorso ad Tar presentato da Vado Ligure e Quiliano contro la delibera della giunta Burlando che autorizza il processo di ristrutturazione, prevedendo l’ammodernamento dei due gruppi obsoleti e una nuova unità a carbone da 460 MW.

Ora il fatto ipotizzabile è una dura presa di posizione dell’azienda, che potrebbe mettere in forse il maxi investimento del colosso energetico nel comprensorio savonese. E potrebbe bloccarsi anche la convenzione siglata in Camera di Commercio per gli appalti alle aziende savonesi, legata alle operazioni di restyling tecnologico del sito produttivo.

La Regione Liguria tutelerà la propria decisione e convenzione davanti al tribunale amministrativo. Intanto, la preoccupazione si è diffusa fra le categorie politiche ed economiche.

“Opporsi è un diritto sacrosanto dei Comuni, ma qui la situazione ha dell’incredibile – commenta Fabio Atzori, presidente dell’Unione Industriali savonese – E’ paradossale che non si riesca mai ad arrivare ad una situazione definitiva. Con questa burocrazia non ci potrà mai essere certezza negli investimenti. Sono preoccupato per le reazioni dell’azienda”.

Così il presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza: “Ritengo che la delibera regionale abbia raggiunto un buon equilibrio, come auspicavo in tempi non sospetti. Ma questo percorso doveva essere accompagnato nei suoi momenti salienti attraverso il contatto con il territorio. Se i sindaci attaccano i manifesti per dire no, poi difficilmente sono aperti a trattative. Sarebbe stato meglio sin da subito definire come fare l’ampliamento e a quali condizioni”.

“Ora mi auguro che non si danneggi il lavoro fatto per concretizzare una delle più grandi occasioni di risanamento ambientale e rilancio occupazionale di questo territorio” conclude Vaccarezza.

“E’ giusto agire in difesa della popolazione e delle sue richieste – afferma Nino Miceli, capogruppo regionale del Pd – Ma è la strategia che è sbagliata. Non è con il ricorso che si ottiene qualcosa, ma semmai con le pressioni sull’azienza affinché mantenga le promesse”.

Quanto alle voci che identificavano nella stessa Regione una regia per incoraggiare il ricorso, “lo escludo categoricamente – dice Miceli – anzi, la Regioni in sede si giudizio farà valere le proprie ragioni”.