Loano. Antonio Fameli è stato trasferito dal carcere di Savona all’infermeria del carcere di Marassi a Genova. Il 74enne faccendiere calabrese arrestato due settimane fa dalla squadra mobile di Savona nell’ambito dell’inchiesta “Carioca” su riciclaggio di denaro e altri reati di natura fiscale.
Nel frattempo i giudici del tribunale del riesame di Genova ai quali si erano rivolti i suoi legali Gianmaria Gandolfo e Maurizio Frizzi, oggi si sono riservati di decidere sull’ istanza di scarcerazione. L’istanza è stata discussa questa mattina: per oltre due ora i difensori di Fameli hanno esposto le loro motivazioni al giudice. Secondo gli avvocati Gandolfo e Frizzi non sussisterebbero più le esigenze cautelari. Al termine dell’udienza hanno poi consegnato un lungo memoriale nel quale vengono ripercorse le varie accuse mosse all’imprenditore di origini calabresi.
“Abbiamo spiegato le nostre ragioni – ha detto l’avvocato Gandolfo – perché non crediamo vi sia un’ulteriore necessità di confermare ancora la misura cautelare di un uomo di quell’età e con problemi di salute. Il nostro assistito ha dei problemi cardiaci, ha due bypass e un pacemaker. Secondo il nostro punto di vista non esiste né il pericolo di fuga, né la reiterazione dei reati o di inquinamento delle prove”.
Richiesta la scarcerazione anche per un altro dei 16 indagati coinvolti nella vicenda, il commercialista di Alassio Carlo Ciccione, 63 anni. Anche in questo caso i giudici genovesi si sono riservati una decisione.
