Liguria. Rifiuti a peso d’oro: rispetto all’ultimo anno, in Liguria la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è aumentata del 4,6%, arrivando a costare 252€, di poco superiore alla media nazionale, pari a 246€. I dati sono contenuti nel dossier rifiuti dell’”Osservatorio prezzi & tariffe” di “Cittadinanzattiva”.
In assoluto, in Italia la spesa media annua più alta si registra in Campania con 378€, la più bassa in Molise (146,5€), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all’interno di una stessa Regione: in Liguria, a Imperia la Tarsu arriva a costare 270€, 10€ in più rispetto alla TIA che si paga a Genova, 26€ in più rispetto alla Tia che si paga a La Spezia, 35€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Savona.
A Savona, in particolare, si è passati da una spesa di 204 euro nel 2007 a 235 euro nel 2011 con un aumento del 15,2%.
Italia che vai, rifiuti che trovi, insomma. Il Sud ne produce di meno ma gli costano di più: in media, per pagare la bolletta dei rifiuti si spende di più nelle regioni del meridione (264€), dove l’aumento rispetto al 2010 è stato dell’1,5% (+15% rispetto al 2007); seguono le regioni centrali (252€), +2% rispetto al 2010 (+14,5% rispetto al 2007) e il Nord Italia (228€) con un +2,2% rispetto al 2010 (+12% rispetto al 2007).
Di contro, è il Centro che registra la media più elevata in quanto a produzione pro capite di rifiuti: (604 kg), seguito da Nord (530kg) e Sud (493 kg). I virtuosi della raccolta differenziata, invece, sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%).
Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva l’analisi a carattere nazionale e regionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri. L’indagine ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2011.
Tia o Tarsu? A più di dieci anni dal Decreto Ronchi del 1997, solo due capoluoghi liguri (Genova e La Spezia) sono passati dalla Tarsu alla Tia. Inoltre, rispetto al 2010, tra i capoluoghi di regione Imperia (+12,5%) ha fatto registrare il maggior incremento tariffario. Ancora più consistenti gli incrementi dal 2007 ad oggi: Genova +11,6%, Imperia +41,4%, La Spezia +13%, Savona +15,2%.
Produzione e gestione dei rifiuti: secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nell’aprile 2011), nel 2009 in Liguria la produzione pro capite di rifiuti urbani è diminuita dell’1,1% rispetto all’anno prima. In negativo, il livello di raccolta differenziata si ferma al 24,4% del totale dei rifiuti prodotti in regione (fonte: ISPRA, 2011), a fronte di una media nazionale pari al 33,6%.
“Capitolo” caro-bollette in Italia: in media, in un anno la nostra famiglia-tipo ha sostenuto nel 2011 una spesa di 246€ per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con Napoli quale città più cara per le tariffe rifiuti (508€) e Isernia la più economica (122€).
“La gestione del ciclo dei rifiuti è emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori – commenta Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva – In particolare, le tariffe aumentano di più nelle zone del Paese a più basso reddito: negli ultimi 5 anni, sono aumentate mediamente del 44% in Campania e del 20% circa in Calabria. Da Sud a Nord, gli incrementi si registrano ovunque, a dimostrazione della mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza. La conseguenza di tutto ciò è che in Italia, più del 40% dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, previsto dal 2008, è ancora un’utopia”.