Roberto Schettino agli arresti domiciliari: dopo tre ore di interrogatorio, durante le quali ha risposto a tutte le domande che gli sono state rivolte dal gip e dai 4 pm presenti, e dopo 5 ore di attesa per la decisione, il comandante della Costa Concordia è potuto tornare a casa sua, in Campania.
Schettino si è difeso, dicendo di essere stato lui al comando della nave quando ha impattato gli scogli e di aver manovrato poi il colosso del mare in modo tale da salvare migliaia di persone. Il principale imputato della sciagura, accusato di omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono della nave, ha sostenuto di non essere scappato ma di non essere riuscito a risalire a bordo a causa della forte inclinazione della nave.
Ha anche dato spiegazioni sulla scelta della rotta, che ha fatto impattare al Concordia lo scoglio de Le Scole, davanti al Giglio: “L’abbiamo trovato davanti sul percorso di navigazione” e avrebbe chiarito perché dalla nave l’allarme è stato dato circa un’ora dopo l’allarme ‘di falla’, “Non si può mandare in carcere una persona – ha detto l’avvocato di Schettino – solo perché lo chiede l’opinione pubblica che ti considera colpevole”. “La ricostruzione dei fatti non ha modificato l’impianto accusatorio della procura”, controbatte il procuratore capo Verusio.