Savona. Si apre la pratica del concordato preventivo per il Centro Latte Savona: il giudice delegato Alberto Princiotta ha nominato il commissario per la procedura tesa a scongiurare il fallimento. Si tratta del dottor Ambrogio Botta, con studio ad Albenga. E’ stata inoltre fissata la convocazione dei creditori per il prossimo 9 febbraio. Lo scorso 3 gennaio il legale rappresentante pro tempore dell’azienda, Giuseppe Zunino, aveva presentato la domanda per l’ammissione al concordato preventivo presentando un piano per garantire la continuità aziendale e la presenza sul mercato del marchio Mu.
I dipendenti, intanto, temono per la prosecuzione del lavoro che è ormai calato ai minimi termini, anche se la Centrale del Latte di Alessandria e Asti sta continuando l’attività assunta con l’affitto di ramo d’azienda sottoscritto lo scorso settembre. Rapida la successione degli eventi che hanno prostrato il sito produttivo operativo sin dal 1948.
Negli ultimi mesi del 2011 la produzione in corso Ricci si è ridotta all’osso, mentre il magazzino in zona Paip ospitava solo il 25% della sua capacità e i prodotti risultava spesso mancanti per gli ordini dei padroncini che quotidianamente riforniscono negozi, bar, gelaterie, supermercati, ecc. I dubbi sono molteplici, non solo sull’assetto societario, ma sul funzionamento effettivo dell’impianto di corso Ricci, sul deposito di Legino e sul destino del marchio Mu che ha tirato su generazioni di savonesi.
Nello stabilimento la produzione è limitata al latte fresco o quasi. Se un tempo i viaggi verso il magazzino erano almeno quattro al giorno, oggi sono al massimo due. L’orario di lavoro è ridotto allo stretto necessario. Sino all’anno scorso si confezionava anche latte “su richiesta”, quello etichettato con nomi diversi come Podda o Biraghi; i camion caricavano ogni settimana per smistare la merce in Piemonte, Toscana o Valle d’Aosta: ora questo tipo di produzione è venuta a cessare con il tracrollo del lavoro per i magazzinieri.
Sono stati eliminati quasi tutti gli ordini al di fuori dell’ambito provinciale. Rimane solo la zona di Cuneo e quella di Mondovì. Con la fine dell’attività sul marchio di terzi, almeno per quanto riguarda il latte a lunga conservazione, la proiezione verso le altre regioni è ormai un ricordo.
La scorsa estate, per soddisfare la domanda incrementata dai turisti, il Centro Savona si è concentrato sul confezionamento del latte fresco e del latte UHT da mezzo litro, mentre il latte UHT da litro (quello rosso e blu) è stato anche affidato ad un’azienda terza di Cremona. Le confezioni prodotte a Savona e a Cremona erano identiche ai più, ma diverse per l’occhio esperto. Sulle confezioni provenienti da Cremona mancava la dicitura “solo latte italiano”, tanto da far ingenerare il sospetto che si trattasse di latte di qualità scadente proveniente dall’estero, presumibilmente dalla Romania.
