Cronaca

Un grande concerto a Torino per Tomaso e Elisabetta: gli amici incontrano Fassino

Concerto per Tomaso Bruno - Alziamo la Voce

Albenga. Un grande concerto a Torino, nella centralissima piazza Castello, in onore di Tomaso ed Elisabetta. E’ questo il nuovo progetto degli instancabili amici dei due ragazzi rinchiusi nel carcere di Varanasi, in India, con la pesante accusa di aver ucciso il proprio compagno di viaggio Francesco Montis.

L’associazione “Alziamo la voce”, già protagonista di numerose iniziative a sostegno della causa dei due giovani italiani – lui di Albenga e lei di Torino – sono stati ricevuti, il 3 novembre scorso, dal sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, che ha dato la piena disponibilità del Comune ad ospitare la manifestazione.

“Fassino non sapeva nulla della vicenda che coinvolge Tomaso ed Elisabetta – raccontano gli amici – e ha voluto essere aggiornato di tutto: gli abbiamo fornito tutta la documentazione relativa al caso e al processo, fino alla sentenza di condanna. Pur essendo torinese, Elisabetta non ha goduto dell’attenzione dei media locali. Il sindaco torinese ha promesso così di seguire da vicino l’evolversi della situazione”.

“Abbiamo conosciuto un organizzatore di eventi della zona, che ha contatti con importanti e noti cantanti e contiamo di avere sul palco numerosi ‘vip’ – dicono ancora i membri di “Alziamo al voce” – Avremmo voluto dare viota allo spettacolo prima di Natale ma, considerando i ‘nomi’ in ballo sarà difficile. Ci stiamo lavorando, per ora non vi sono date certe”.

Certo è, invece, che il prossimo 23 novembre il caso di Tommaso ed Elisabetta troverà spazio nella trasmissione di Italia 1 “Le Iene” (il servizio sarebbe dovuto andare in onda già la scorsa settimana), dopo essere stata oggetto d’attenzione a “Striscia la Notizia” e a Tg2 Storie. “L’attenzione deve rimanere alta”, dicono gli amici.

E’ dal 7 febbraio del 2010 che Tomaso ed Elisabetta sono rinchiusi nel carcere di Varanasi. Tre giorni prima, il loro amico e compagno di viaggio Francesco Montis, era stato trovato agonizzante nella camera dell’hotel “Buddha” che i tre condividevano nella periferia della città per poi morire dopo una disperata corsa in ospedale. Le indagini da parte del vicecommissario Sageer Ahmad scattano immediatamente e, a seguito di un’autopsia giudicata da molti frettolosa ma che, secondo l’accusa, avrebbe rivelato segni di colluttazione (sei lividi sul collo, per la precisione), i due ragazzi, lui albenganese e lei torinese, vengono arrestati con l’accusa di omicidio. Tra i tre, dicono gli inquirenti, c’era un torbido triangolo amoroso che Francesco, ad un certo punto, non avrebbe più sostenuto: di qui il presunto assassinio e il movente passionale. A nulla sono servite le prove e i testimoni portati dalla difesa nel corso del processo: lo scorso 23 luglio i due giovani sono stati condannati all’ergastolo tra lo sconcerto dei familiari e degli amici. Il prossimo 24 novembre sarà discussa la libertà su cauzione.