Liguria. “E’ motivo di grande preoccupazione e disappunto il percepire in questi giorni continue voci in merito ad un passaggio della Protezione civile dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al Ministero dell’Interno”. Lo afferma in una nota Simone Andreotti, presidente della Consulta Nazionale Volontariato della Protezione civile.
“Se queste voci fossero fondate ci troveremmo di fronte ad un incomprensibile salto nella preistoria, al ritorno di un approccio datato e limitante, superato da decenni con una concreta pratica virtuosa, sia nel soccorso in emergenza che nelle attività di prevenzione”.
“Un approccio che potrebbe compromettere quella logica di “sistema” che ci ha permesso di operare al meglio, che ha reso la protezione civile uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy”.
“Un approccio in cui anche, e forse soprattutto, il volontariato, componente fondamentale del sistema nazionale di protezione civile, rischierebbe di essere pesantemente penalizzato, in un momento dove invece dovrebbe essere sempre più valorizzato per continuare ad esprimere al meglio le proprie capacità e le proprie peculiari caratteristiche di partecipazione, professionalità e passione”.
“Vista l’evidente fragilità del nostro territorio, come gli ultimi eventi idrogeologici ci hanno drammaticamente ricordato, sarebbe grave e sconsiderato mettere in discussione quel sistema di soccorso collaudato ed efficace di cui il Paese non può fare a meno”.
“In un momento in cui il nostro Paese è colpito da calamità naturali che si trasformano in tragedie e in cui non si investe nella prevenzione e mitigazione dei rischi, sarebbe un gravissimo errore rinunciare a uno dei pochi elementi positivi che ci consente di rispondere alle emergenze in maniera efficace e tempestiva” commenta Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente.
“La nostra protezione civile – continua Muroni – rappresenta una specificità positiva, considerata con ammirazione anche all’estero. Affidare la gestione di un sistema così articolato e complesso al Ministero dell’Interno, sarebbe come farlo tornare indietro di anni e soprattutto non si capisce quale utilità ne ricaverebbe il Paese. Per questo – conclude il direttore di Legambiente – condividiamo la preoccupazione espressa dal Dipartimento della protezione civile e ci auguriamo che tale ipotesi non venga confermata”.